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“Libere di studiare”: un’iniziativa che andrebbe estesa in tutte le università italiane

A cura di Katia Trovato
Tempo di lettura: 2 minuti

Sarebbe auspicabile che anche le altre università italiane, incluse quelle siciliane, adottassero una misura come quella recentemente introdotta dalla Sapienza Università di Roma: “Libere di studiare”, un’iniziativa concreta a sostegno delle vittime di violenza di genere e degli orfani di femminicidio. Approvata dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, la misura prevede l’esonero totale dalle tasse universitarie per tutte le persone che rientrano in queste categorie, a partire dall’anno accademico 2025-2026. L’unico contributo richiesto sarà la quota fissa di 30 euro, già prevista per altre categorie vulnerabili. «Con l’approvazione in Consiglio della mia proposta – ha dichiarato la Rettrice Antonella Polimeni – abbiamo voluto offrire un sostegno reale a chi trova il coraggio di denunciare e a chi ha vissuto il trauma della perdita a causa della violenza. “Libere di studiare” significa garantire un’occasione di riscatto, formazione e autonomia. In Sapienza, nessuna persona è sola». Per accedere all’agevolazione, sarà necessario presentare domanda alla segreteria studenti dell’Ateneo, allegando una certificazione rilasciata da un centro antiviolenza riconosciuto o dai servizi sociali. La documentazione sarà valutata dalla Consigliera di fiducia dell’Università, e il beneficio sarà rinnovabile per l’intera durata del corso di studi, con un anno aggiuntivo fuori corso. Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di iniziative già avviate da Sapienza, tra cui:

  • l’istituzione di un centro antiviolenza in collaborazione con Regione Lazio e Lazio DiSCo,
  • il Piano per l’Uguaglianza di Genere,
  • il Codice di Condotta contro le molestie,
  • il Regolamento per la carriera alias,
  • il lavoro del Comitato Unico di Garanzia e della Consigliera di fiducia.

“Libere di studiare” è ispirata ai principi del Reddito di Libertà, e rappresenta un passo importante per garantire il diritto allo studio e sostenere i percorsi di emancipazione personale ed economica di chi ha intrapreso un cammino di fuoriuscita dalla violenza.

Se stai vivendo una situazione di violenza fisica, psicologica, verbale o stalking, non restare in silenzio. Chiedere aiuto è il primo passo verso la libertà.

Chiama il 1522, il numero nazionale gratuito e attivo 24 ore su 24, anche da cellulare.

Puoi anche rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza presenti sul territorio: lì troverai ascolto, supporto, protezione e strumenti concreti per ricominciare.

Parlarne è il primo passo. Non sei sola.

 

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1 commento su ““Libere di studiare”: un’iniziativa che andrebbe estesa in tutte le università italiane”

  1. La vita a volte è una lista di ciò che abbiamo perso e noi ne abbiamo perso di cose. Uno su tutti i valori e il rispetto della persona. Specie se intima! Non sono le agevolazioni a risolvere le cose materiali, le università lo sanno e invece di mitigare o millantare sussidi, pensino all’educazione e alla vera istruzione per cercare di restituire decoro e moralità alla società che andranno a costruirsi.

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