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Marano(Confsalute Sicilia): “Incrementi tariffari non bastano. Chiediamo di investire sulla sostenibilità di Rsa e strutture sanitarie”

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Palermo – 2 ottobre 2025. «L’assessore alla Salute, in linea con gli impegni assunti con le associazioni datoriali, ha dato il via agli incrementi tariffari per Rsa, Cta, strutture riabilitative ex Legge 833/78 e centri diurni per l’autismo. È una buona notizia, ma, purtroppo, non sufficiente a ripristinare la sostenibilità del settore”.
Lo afferma il presidente di Confsalute Sicilia, Luigi Marano, federazione di Confcommercio, a seguito delle comunicazioni arrivate dall’assessore Daniela Faraoni e dal dirigente del dipartimento Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, in ordine agli aumenti tariffari, in fase di definizione, in favore delle strutture socio-sanitarie siciliane. Lo schema della Regione prevede: +3,5% dal gennaio 2025; +1,5% dal gennaio 2026 (2,5% per le sole Rsa); +2% dal 2027.

«La realtà del settore – prosegue Marano – ci dice che le strutture socio-sanitarie non riescono a sostenere i costi crescenti, legati all’inflazione e ai rinnovi contrattuali. Gli incrementi previsti dalla Regione non riusciranno a colmare il gap. Quello che serve è un deciso investimento su questo tessuto, in larga parte di Pmi, volto a garantire il diritto alla salute e le prestazioni socio-sanitarie. La situazione più critica riguarda le Rsa, la cui remunerazione è ferma ai valori del 1999, peraltro aggravata dal taglio del 5% introdotto nel 2010». «Per queste ragioni – conclude il presidente di Confsalute Sicilia – chiediamo una nuova convocazione del tavolo tecnico, in uno con le altre associazioni datoriali, al fine di affrontare in modo più organico il tema delle tariffe. A supporto delle nostre istanze, siamo pronti a presentare una memoria tecnica che metta in evidenza le criticità e le necessità del settore, nell’interesse dei pazienti e delle strutture. Anche in virtù delle nuove risorse che si andranno a liberare grazie alla azione virtuosa del Governo presieduto da Renato Schifani, che ha portato a presentare il rendiconto 2024 con un avanzo di gestione di 2,15 miliardi, segno di un importante cambio di passo di segno estremamente positivo”.

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