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Iv. “Il Turismo a Ragusa ha la febbre alta, difettiamo sulla programmazione”

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Ragusa – “Dopo l’ennesima testimonianza di chi sta sul campo, di chi opera nel settore, dopo l’ulteriore racconto di chi ha difficoltà a sopravvivere nel comparto del turismo, Italia Viva Ragusa ritiene che stia continuando a essere avvalorata la propria tesi su questo delicato argomento. E cioè che il re è nudo perché alla fine accade come con i fuochi pirotecnici e cioè che per quanto possano essere roboanti, spettacolari, hanno un loro collasso e rimane, in conclusione, solo la cenere”. Lo dice il coordinatore cittadino del partito renziano, Filippo Angelica, facendo riferimento all’intervista rilasciata dall’operatore turistico Michele Bitetti che ha messo in luce tutta una serie di anomalie in seno al comparto, dopo avere paventato una serie di preoccupazioni per il futuro, ed evidenziando che in città il turismo è in calo. “L’ennesima testimonianza che raccogliamo sul turismo a Ragusa e che la stampa ci ha proposto – ancora Angelica – ci dice: signori, ma cosa state facendo? In quale direzione stiamo andando? C’è un calo. E lo attestano le testimonianze. Dall’altra parte c’è solamente questa politica quasi di influencer e non di chi deve gestire rubriche come il turismo e la cultura, sicuramente strategiche per lo sviluppo, con una certa oculatezza. Perché questo sta accadendo: c’è i1 turismo raccontato sui social e poi la realtà di imprenditori come quello di cui stiamo parlando che mettono a nudo una situazione che noi condividiamo in pieno. Cioè non c’è una direzione, non c’è un piano di promozione, non ci sono progetti di alta qualità come quelli sull’incoming di cui parlava l’imprenditore. Ci sono soltanto operazioni spot, altro che 2043. Anzi, perché spendere 80-100mila euro per affidarli a un professore che è venuto dal Piemonte a dirci che noi abbiamo il barocco? Credo che quei soldi avrebbero potuto essere spesi per un progetto di incoming in cui si riuscivano ad attrarre quei giornalisti e quei nomi che fanno veramente branding, quei nomi che fidelizzano un certo tipo di turismo, che fanno conoscere le eccellenze del nostro territorio. Ecco, tutto questo non avviene non perché lo diciamo noi, ma perché c’è un imprenditore che ha investito soldi, che sta sul campo e che vede che i suoi investimenti non rendono perché non è stato creato un circuito adeguato di sostegno. Ma la cosa che non capiamo è perché questo grido di allarme non isolato non sia poi trasformato in un momento in cui si colmano queste esigenze, per trovare la strada maestra, quantomeno il bandolo della matassa, e definire soluzioni all’altezza. Perché se il 2043 significa avere ancora imprenditori che lasciano il campo, che chiudono, imprenditori che sono smarriti perché nel turismo ognuno deve fare la propria parte e così non succede, allora continuiamo a sbagliare. Il turismo, nella nostra città, ha la febbre alta e si continua a non trovare le medicine giuste”. “L’imprenditore, tra l’altro – conclude Angelica – mette in evidenza un aspetto che si continua a non vedere: ma si può vivere di turismo soltanto due mesi l’anno mentre per gli altri 8-9 mesi occorre votarsi a chissà quale santo? Perché non ci sono politiche di programmazione che guardino a una vera e propria attività di destagionalizzazione? I turisti non viaggiano solo a luglio e ad agosto. Dobbiamo essere bravi a farli venire anche negli altri mesi dell’anno. Ecco perché i progetti di incoming servono anche a questo. Ma chi li ha visti?”.

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1 commento su “Iv. “Il Turismo a Ragusa ha la febbre alta, difettiamo sulla programmazione””

  1. Se il turismo ha la febbre è perchè non gli avete fatto il vaccino, non andate a cercare altri motivi. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Non è così che funziona?

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