
In scena, Lina e Pia, due figure femminili apparentemente agli antipodi. Lina, una donna ai margini, custode di segreti scomodi, di verità troppo ingombranti per essere credute. Pia, una maestra dalla vita ordinaria, fatta di lavoro, famiglia e responsabilità. L’incontro tra le due donne è un corto circuito che mette in discussione la razionalità di Pia e le certezze del pubblico.
Le parole di Lina, un fiume in piena tra realtà e delirio, tra il possibile e l’incredibile, svelano scenari inquietanti che mettono a dura prova la razionalità di Pia. Sono le fantasie di una mitomane o squarci di verità che nessuno osa vedere? Un interrogativo che Giordano lascia aperto, invitando il pubblico a riflettere sulla natura della verità e sulla complessità delle relazioni umane.
La scrittura intensa e avvincente di Giordano costruisce un dialogo fatto di tensione e umanità, di ironia e inquietudine, che inchioda lo spettatore alla poltrona. “Ci posso offrire qualche cosa” non è solo un incontro tra due donne, ma un viaggio nel dubbio, nella paura e nella complessità delle relazioni umane.
Uno spettacolo che lascia il segno, che invita a mettere in discussione le proprie certezze e a domandarsi: e se fosse tutto vero? Un’opera che, come scrive Carlo Cartier, “invita il pubblico a mettere in discussione le proprie certezze e a domandarsi: e se fosse tutto vero?”.