
L’estrema destra dell’Unione popolare svizzera (SVP) ha ottenuto domenica alle elezioni parlamentari, secondo le proiezioni finali, quasi il 29 per cento dei voti totali con un margine di errore dell’1 per cento. L’UDC ha ottenuto 3,3 punti percentuali in più rispetto alle elezioni del 2019, che si traducono in 62 seggi su un totale di 200 deputati e senatori, mentre i partiti ambientalisti hanno perso quattro punti percentuali, scendendo al 9,2%. L’estrema destra, dunque, ha guadagnato ulteriori nove seggi rispetto alla precedente composizione parlamentare. Lieve progresso anche per i socialdemocratici che hanno aggiunto 2 seggi (41) rispetto le precedenti elezioni. Mentre il Partito di Centro conferma i suoi 29 seggi totali, il Partito Radicale Liberale perde un seggio (scendendo a 28). Una mezza debacle l’hanno subita gli ambientalisti con il Partito dei Verdi che ottiene 23 seggi (meno 5 seggi) e il Partito Verde Liberale a dieci, (meno 6 seggi). Sconsolata la vicepresidente dei Verdi, Aline Trede, che ha affermato “la cosa triste è che il clima ha perso”. L’UDC faceva già parte della precedente coalizione di governo che da più di 20 anni rimane il gruppo politico più votato nel Paese dei 26 cantoni. Queste elezioni hanno deciso i gruppi che occuperanno i 200 rappresentanti dei due organi che compongono il Parlamento svizzero: il Consiglio nazionale (camera bassa) e il Consiglio degli Stati (camera alta).













