
Il governo cinese ha respinto il rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle violazioni in atto nella regione dello Xinjiang. A riferirlo il portavoce della missione permanente della Cina presso l’Onu a Ginevra, Liu Yuyin, sottolineando che la relazione diffama Pechino. In questo senso, il portavoce ha affermato che il rapporto “viola gravemente gli obiettivi ei principi della Magna Carta dell’Onu e mina la credibilità e l’imparzialità dell’OHCHR”. Il diplomatico ha affermato che il documento “distorce maliziosamente le leggi e le politiche della Cina” e ha assicurato che si tratta di una “farsa, ordita dai paesi occidentali e forze anticinesi”. Nel testo l’ONU accusa la Cina di aver commesso “crimini internazionali contro l’umanità” per i molti arresti ingiustificati perpetrati contro la popolazione uigura. Secondo il rapporto, le politiche di Pechino per combattere il terrorismo nello Xinjiang hanno prodotto “modelli di restrizioni severe e indebite su larga scala dei diritti umani. sulla popolazione uigura”. Di conseguenza Liu Yuyin, ha sottolineato che il testo “denigra la lotta contro il terrorismo e l’estremismo nello Xinjiang e chiude un occhio sugli enormi risultati raggiunti in materia di diritti umani congiuntamente da persone di tutti i gruppi etnici nello Xinjiang. La Cina ha ribadito che la regione dello Xinjiang è stata bersaglio di atti di terrorismo internazionale, concepiti con la complicità di altre potenze, e che qualsiasi decisione di tutelare la sua sicurezza e stabilità, così come la sua popolazione, è solo una questione interna al Paese.