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Bluff e mani storiche delle WSOP di Poker

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Anche il poker ha i suoi miti e le sue leggende, ma spesso si tratta di giocatori con grande esperienza ed umiltà che non obbediscono ad i cliché di questo gioco, magari diffusi da una certa cinematografia o dai fumetti, ma ad uno stile sobrio e molto rigoroso che prevede lucidità, calcolo e capacità di capire se è possibile osare o meno.

Un parere molto edotto sul mondo del poker viene dal giocatore Mario Adinolfi, noto nelle community dei giocatori online come Actaru5; egli distingue nettamente il pokerista dal giocatore d’azzardo in quanto il primo non basa il suo gioco sulla fortuna e la casualità ma sull’abilità con modalità sportive che ne assimilano, quindi, la dinamica ad un vero e proprio sport.
Eppure anche in questo campo non sono mancate polemiche su truffe, fenomeni di dissimulazione estrema durante il gioco, gente che barava o veniva accusata di qualcosa ai confini del legale; certo che non si può pretendere un ambiente adamantino ma più si va avanti e più il mondo del gioco del poker diventa un circuito di professionisti che si sfidano in tornei veri e propri che fanno storia, con una reputazione di chiarezza ed affidabilità.
Molti ci provano ed il modello da imitare non è più il baro ma il coraggioso giocatore che si gioca una mano con un turn ed un nuovo river.

Uno dei più famosi è il WSOP (World Series of Poker) che negli Stati Uniti ha decenni di storia, ovviamente  a Las Vegas dove l’epopea dei tornei organizzati di poker iniziava, con tornei della durata anche di mesi.

IN Europa il WSOP è sbarcato a Londra ma poi ha visto altre locations ed anche quest’anno, per la precisione tra il 12 ottobre al 3 novembre 2022 avrà sede al King’s Casinò di Rozvadov, in Repubblica Ceca, dove comunque è già stato ospitato.
Il WSOP ha una storia, quindi, ma possiede anche dei personaggi che hanno fatto la storia con la loro abilità e la spregiudicatezza che vede alcuni giocatori attuare delle strategie del tutto psicologiche che richiedono un qualcosa di simile ad un bluff.
E’ il caso di un grande mito delle edizioni WSOP: il famoso Chris Moneymaker che vinse l’edizione del 2003 a Las Vegas quasi per caso, iniziando da una edizione minore parallela per giocarsi il futuro in una gara che sembrava impossibile. Chris the Moneymaker si rese conto di poter vincere quando fece il salto nella mano che lo portò a vincere, nella sua prima edizione, con un tris di 8 contro la coppia d’assi del suo avversario Humberto Brenes.
Nel prosieguo del torneo è stato memorabile il confronto con dei giocatori provetti ed anche abbastanza fortunati: nel pieno del torneo Moneymaker batteva Phil Ivey che era assolutamente convinto di vincere con una coppia di nove ed un terzo 9 pescato dal river.

Moneymaker si vede perso, convinto di non poter controbattere un full ma un asso pescato dal river completò una mano di due assi e tre regine.
La cosa curiosa fu che Chris si giocò tutto per tutto rilanciando di duecentomila dollari contro un all in del suo opponente, assolutamente convinto che la mano sarebbe stata la sua: entrambi i giocatori erano ben saldi nella loro idea di vittoria; andò bene a Chris Moneymaker: due assi, tre regine e la vittoria del turno.
Da lì un crescendo di duelli fino all’eliminazione del fortissimo libanese Farah, fino alla vittoria finale dell’edizione WSOP del 2003.
Si può dire che fu una edizione clamorosa dati i numerosi i colpi di scena ma non si può parlare di bluff o altro, semplicemente emerse un vincitore dotato di un carattere assolutamente convinto di sé con il coraggio di proseguire anche quando le prime mani di carte sembrano sfavorevoli.
E’ il bello del poker quando si arriva ai livelli di un WSOP, i giocatori sono dei personaggi amati per il loro temperamento ed umanità.

 

 

 

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