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Ecco come cambierà il mondo dell’autoriparazione in provincia di Ragusa, numeri e tendenze al centro del convegno promosso da Cna con i vertici nazionali di categoria

Il mondo dell’autoriparazione sta vivendo un fase di importanti cambiamenti. E già adesso si cominciano a vedere le profonde modifiche agli scenari che riguarderanno sia i costruttori di attrezzature che gli autoriparatori. Nel mondo dei costruttori di auto, si rileva un’importante tendenza ad acquisizioni finanziarie e fusioni orientate alla costituzione di aziende e gruppi industriali più potenti ed influenti, aspiranti a perseguire posizioni di monopolio nella gestione dei servizi del dopo vendita dell’auto (aftermarket). Anche il settore dell’autoriparazione sta cambiando velocemente, ma molte officine faticano a seguire l’evoluzione del contesto esterno per quanto adottino una forma organizzativa snella e flessibile.
Questo il tema approfondito in occasione del convegno “L’autoriparazione tra passato e futuro” promosso da Cna autoriparazione. Un appuntamento rivolto agli addetti ai lavori con la presenza dei vertici regionali e nazionali di categoria. Hanno partecipato, infatti, Vito Sauta, presidente regionale Cna autoriparazione e Salvatore Belfiore, responsabile regionale Cna autoriparazione. I lavori sono stati conclusi da Antonella Grasso, responsabile nazionale Cna servizi alla Comunità. Sono intervenuti, inoltre, Carmelo Martorana, portavoce territoriale Cna meccatronici, Giampaolo Roccuzzo, portavoce territoriale Cna gommisti, Giovanni Passalacqua, dirigente della Camera di Commercio del Sud Est, Vittorio Schinina, direttore di Ecipa Ragusa (ente di formazione della Cna), e Giorgio Stracquadanio, responsabile territoriale Cna autoriparazione.
Oggi, in provincia di Ragusa, operano poco meno di 400 attività nei vari settori (meccatronici, gommisti, carrozzieri). Al 31 dicembre 2010 erano poco più di 500. L’attuale assetto di queste attività è caratterizzato da una forma organizzativa poco differenziata. C’è il titolare che rappresenta il vertice strategico ed esercita direttamente sia il controllo economico quanto il potere di direzione e coordinamento. La forma artigiana è quella più adatta per governare l’attività. I collaboratori, gli operai sono un valore aggiunto. Infatti quando raggiungono un buon livello di professionalità assumono autonomamente delle decisioni, mantenendo su di loro la responsabilità di coordinamento e di indirizzo delle linee di sviluppo aziendale. Ma questo modello organizzativo chiuso e poco collaborativo con gli altri riesce a resistere in modo differenziato perché attualmente si lavora su un parco macchine piuttosto vecchio. I numeri parlano chiaro: 67 auto ogni 100 abitanti, quindi circa 220 mila auto. Il 50% di queste ha più di 10 anni. Attualmente il mercato della riparazione tra mille difficoltà tiene. Ma non c’è da stare sereni. Tra il 2016 e il 2017 in Italia vi è stata una crescita del parco circolante di auto elettriche del 31,6%. In Sicilia, la provincia in cui percentualmente si sono vendute più auto elettriche è Ragusa.
Nel corso del convegno è emersa l’esigenza di una profonda revisione della norma che regola il settore oramai non in linea con le innovazioni del settore. È stato pure messo in evidenza che quello che si intravede è un futuro fatto di integrazione e progettualità condivisa, momenti di confronto e circolazione di idee, per creare relazioni che saranno alla base della fornitura dei servizi del futuro. Investire sulle relazioni significa soprattutto ricordare che, per quanto sofisticato sia uno strumento, è sempre l’uomo, sia esso fornitore o cliente, il centro di interesse di tutta la tecnologia che lo circonda. Per questo è stato proposto di avviare l’aggregazione basata su contratti associativi, accordi di collaborazione, partecipazione a gruppi di imprese o anche alla semplice collaborazione informale, per superare i problemi e i limiti dovuti alla dimensione, sviluppando economie di scala, economie esterne e di conoscenza che riducono i rischi, i costi e ne favoriscono la crescita.

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