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Incidente mortale di Vincenzo Rigoli, di origini modicane. Escussi due testi della difesa

I testi della difesa hanno deposto ieri nel processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alessandra Tedde, nel quale sono imputati per omicidio colposo due medici dell’ospedale San Giovanni di Dio, Salvatore Napolitano e Sergio Sutera Sardo, difesi dall’avvocato Giusy Amato, e che riguarda la morte, a seguito di un incidente stradale del giovane Vincenzo Rigoli, di origini modicane, i cui genitori sono costituiti parti civili con l’avvocato Calogero Vella.
L’ incidente si verificò nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 2012, lungo la Strada Statale 640.
Assente il medico legale Scalici, il magistrato ha escusso Claudio Tuttolomondo, il radiologo che era di turno la notte della tragedia, il quale ha ha raccontato dei primi accertamenti clinici effettuati sul giovane, arrivato in ospedale in condizioni gravi intorno la mezzanotte: “Per prima cosa – ha spiegato – abbiamo effettuata un’ecografia addominale e, poi, delle radiografie. Abbiamo riscontrato numerosi traumi e un discreto versamento ematico. Vincen

consulente tecnico di uno degli imputati, direttore del reparto di chirurgia toracica del “Civico” di Palermo, il quale ha tracciato l’aspetto tecnico, sulla base degli atti da lui visionati, le procedure in sala operatoria e come si presentava il paziente: “Presentava un pluritrauma con interesse cranico, toracico e addominale. Il problema più grave era consistente perdita di sangue. La situazione era disperata: è stato effettuato un drenaggio toracico che consente di verificate non solo se c’è sangue ma anche aria. Al ragazzo è stato effettuato un massaggio dopo un primo shock irreversibile. La pubblica accusa è rappresentata dal sostituto procuratore della Repubblica, Emanuela Saieva. La prossima udienza è stata fissata per lunedì 5 marzo.
Per i genitori(la mamma è di Modica) la negligenza e l’imperizia dei medici, determinarono il decesso.

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