
Gli effetti del caro-energia e del conflitto in Ucraina hanno lasciato una pesante eredità sui bilanci delle famiglie italiane. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, i prezzi dei prodotti alimentari risultano oggi più alti del +24,9% rispetto al 2021. Una crescita che, cessate le cause straordinarie che avevano giustificato gli aumenti, appare sempre più scollegata dai reali costi di produzione.
Dopo la crisi energetica, che aveva determinato un’impennata delle bollette e dei costi industriali, e l’instabilità dei mercati internazionali generata dalla guerra in Ucraina, il settore avrebbe dovuto progressivamente tornare ai livelli pre-crisi. Invece, i listini sono rimasti elevati e in molti casi hanno continuato a salire, alimentando il sospetto di speculazioni sui beni di prima necessità.
“Non è più accettabile che i cittadini paghino prezzi gonfiati per prodotti essenziali – dichiara il professore Francesco Tanasi, giurista e Segretario Nazionale Codacons –. Le emergenze che avevano determinato i rincari sono ormai superate, ma il mercato continua a operare come se fossimo ancora in piena crisi. Questo fenomeno, sotto il profilo giuridico ed economico, rappresenta un’anomalia che mina i principi di equità e trasparenza nella formazione dei prezzi, traducendosi in un ingiustificato trasferimento di ricchezza dalle famiglie alle grandi filiere commerciali”.
Per questo motivo il Codacons chiede l’intervento urgente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e del Mister Prezzi, affinché venga avviata un’indagine nazionale sull’andamento dei listini alimentari e sulla determinazione dei prezzi, con l’obiettivo di accertare eventuali pratiche speculative o distorsioni del mercato a danno dei consumatori italiani.- conclude Tanasi.













1 commento su “Spesa alimentare. In quattro anni costi volati del +24,9%. Consumi a picco”
Secondo listat sono diminuiti. E ce lo ricorda Macco, Amominghi e pluriavvelenati vari.
Di fatto non mi tornano i conti in. Tasca.
Sarà.
Chissà