
I dati diffusi oggi dall’OCSE tracciano un quadro allarmante per l’Italia: il nostro Paese registra il peggior calo dei salari reali tra le grandi economie mondiali, con una perdita del potere d’acquisto che sfiora l’8% rispetto ai livelli pre-pandemia. Un dato drammatico che conferma quanto il Codacons denuncia da tempo: i rincari scaturiti dalle emergenze degli ultimi anni, dalla pandemia alla crisi energetica, non sono mai rientrati, e si sono ormai consolidati in una spirale inflattiva permanente, mentre i redditi restano inchiodati e i consumi flettono.
“Gli italiani stanno pagando un prezzo altissimo per un’inflazione che è diventata strutturale – dichiara il Prof. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons – Gli aumenti su beni essenziali, utenze e servizi non hanno mai subito un ridimensionamento coerente con il venir meno delle cause che li avevano generati. Il risultato è una drastica riduzione del potere d’acquisto, in particolare per le famiglie più fragili, che alimenta sfiducia, frena la domanda interna e mette a rischio la ripresa economica.”
Il Codacons sollecita un intervento urgente da parte del Governo e del Parlamento, affinché si adottino misure strutturali a tutela dei cittadini: dall’istituzione di un osservatorio indipendente sui prezzi alla revisione della fiscalità sui beni di prima necessità.
“Non è più tollerabile che i cittadini siano lasciati soli di fronte a dinamiche di mercato sempre più speculative – prosegue Tanasi – Le istituzioni europee e nazionali devono affrontare con serietà la questione salariale, garantire trasparenza sui prezzi e introdurre reali strumenti di controllo per prevenire abusi. Diversamente, l’Italia andrà incontro a una crisi sociale senza precedenti.”