
Tornano a crescere gli arrivi sulle coste italiane, senza considerare i migranti irregolari che raggiungono il Paese con barchini partiti dal Nord Africa, spesso con a bordo cittadini tunisini o marocchini, che in molti casi riescono a sfuggire ai rilevamenti ufficiali. Secondo il Cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’Interno aggiornato al 26 giugno 2025, sono 29.673 i migranti sbarcati ufficialmente in Italia dall’inizio dell’anno, un dato superiore a quello dello stesso periodo del 2024, quando gli arrivi registrati furono 25.112.
L’aumento – che non tiene conto degli sbarchi “fantasma” da parte di piccole imbarcazioni – indica una nuova fase di crescita del fenomeno migratorio. Pur rimanendo lontano dai numeri del 2023 (60.755 nello stesso periodo), il dato del 2025 segnala un’inversione di tendenza rispetto al rallentamento registrato lo scorso anno.
Nel solo mese di giugno, si sono contati 6.702 arrivi (dati aggiornati al 26 giugno), contro i 4.902 dello stesso mese nel 2024. Tra il 22 e il 25 giugno si è registrato un flusso particolarmente intenso: oltre 1.000 migranti sbarcati in quattro giorni, con picchi di 402 arrivi il 22 giugno e 391 il giorno seguente.
Tra i migranti ufficialmente registrati, la nazionalità più rappresentata è il Bangladesh (33%), seguito da Eritrea (14%), Egitto (12%), Pakistan (9%) ed Etiopia (5%). Ma il dato non comprende i migranti non intercettati all’arrivo, come i tunisini e marocchini che sbarcano direttamente con piccole imbarcazioni su tratti di costa difficilmente controllabili.
Nei primi sei mesi del 2025 sono 5.146 i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia, un numero ancora elevato anche se inferiore rispetto agli anni precedenti (8.752 nel 2024 e 18.820 nel 2023).
Accanto agli sbarchi registrati ufficialmente, prosegue il fenomeno degli arrivi non tracciati, in particolare con barchini provenienti dalla Tunisia o dalla Libia. Questi arrivi, difficili da quantificare, interessano spesso migranti che tentano di eludere i controlli e sbarcano direttamente su spiagge isolate o tratti di costa non sorvegliati.
Il quadro che emerge dal report ufficiale mostra quindi una situazione parziale, che potrebbe essere sottostimata rispetto alla reale entità dei flussi migratori. Un elemento destinato a pesare sulle politiche di gestione e controllo delle frontiere, soprattutto in vista dei mesi estivi, tradizionalmente i più critici.