
Modica – “Al centro del Mediterraneo – i bombardamenti alleati sulla Sicilia (1940-1943)” è il titolo del libro, del prof. Giancarlo Poidomani, presentato a Modica su iniziativa della locale Sede dell’Unitre, con il patrocinio della Fondazione Grimaldi che ha messo a disposizione la Sala conferenze dell’Ente. A portare il saluto dell’Unitre è stato Enzo Cavallo che, dopo aver ringraziato il Prof. Poidomani per l’apprezzata disponibilità, ha aperto i lavori passando la parola al Prof. Uccio Barone. Quest’ultimo preliminarmente ha evidenziato l’improvvisazione con la quale, dal punto di vista militare, fu affrontata l’invasione delle forze anglo-americane alla fine della seconda guerra mondiale e sul modo di come furono sottovalutati i taluni aspetti strategici, meritevoli invece della massima attenzione, tenuto conto della posizione della Sicilia nel cuore del Mediterraneo. Una questione questa evidenziata nel libro nel quale vengono rievocati e ricostruiti avvenimenti che fanno emergere una vera e propria “questione meridionale” nell’ambito della seconda guerra mondiale. Avvenimenti questi del tutto ignorati o comunque sottovalutati, per i quali a seguito di ricerche storiche effettuate dal Poidomani, hanno comportato importanti perdite militari e soprattutto a carico dei civili. La popolazione siciliana, martellata dalla propaganda fascista che assicurava l’invincibilità dell’esercito italiano, si trovò incredula e completamente impreparata quando la Sicilia fu bombardata inizialmente dall’aviazione francese e poi successivamente durante gli sbarchi angloamericani. Di fronte ad una carenza di informazioni e di ricerche sull’argomento, il Prof Poidomani, ha voluto procedere ad indagare seguendo una nuova metodologia. Ed è su questo che, sollecitato dal prof Barone, l’autore ha precisato che il libro è stato realizzato attraverso la narrazione non solo di eventi militari ma soprattutto di testimonianze provenienti dalla società civile, da persone che hanno vissuto l’evento bellico e da ciò che è stato possibile riscontrare fisicamente (lapidi, monumenti, rifugi, documenti privati, lettere, ecc.). Come esempio, è stato fatto riferimento alla lapide esistente a Palazzolo Acreide, riportante l’elenco di 42 civili delle più svariate età, morti a causa dei bombardamenti e di cui la storia non mai parlato, evidenziando anche che, durante l’invasione in Sicilia vi furono non meno di 3700 morti e oltre 7000 feriti. Il tutto a testimonianza del fatto che la Sicilia è stata coinvolta nella guerra in maniera molto più pesante rispetto a quello di cui si è stato rappresentato ed ancora si continua a disconoscere. Proseguendo nella presentazione il prof. Barone, dopo aver parlato dei bombardamenti e dei suoi effetti terribili (“la morte che arriva dal cielo”) a carico di persone colpite e dei devastanti mitragliamenti a bassa quota destinati spesso a colpire i treni coi relativi passeggeri, ha sollecitato il Prof. Poidomani a soffermarsi sul modo di come la guerra è stata vissuta dalla popolazione Iblea. L’intervento del Poidomani ha permesso ai presenti di prendere atto di quanto determinante sia stato il contributo proveniente dalla società civile, come si evince dai racconti di coloro che sono stati testimoni viventi di tanti fatti dolorosi, nonché dai ricordi drammatici che, nel loro insieme, sono stati sapientemente esaminati e contestualizzati al periodo storico in questione. L’incontro si è concluso con grande apprezzamento dei presenti che hanno seguito l’interessante presentazione del testo, frutto di una lunga ed appassionante ricerca storica su di un importante periodo non troppo lontano dai nostri giorni.
2 commenti su “Unitre Modica. Dal libro di Poidomani altre verità sull’ultima guerra”
La valutazione di un evento storico, qualunque esso sia, seppur riportando fatti sicuramente reali e dei quali esistono documenti, deve essere a parer mio, contestualizzata e spiegata nel contesto del momento.
Ebbene i dati riportati, cioè 3.700 morti e oltre 7.000 feriti su una popolazione complessiva di 3,7 milioni di abitanti circa, dei quali molti civili, aggiungerei come moltissime guerre, devono essere comparati nel contesto di una guerra mondiale dove, per l’esattezza i numeri sono enormemente maggiori.
L’Italia nel suo complesso ebbe 472.000 morti dei quali 138.000 civili, la Germania 7.060.000 morti di cui 3.640.000 civili, e stiamo parlando dei paesi responsabili in Europa della Guerra, sia chiaro, a fronte di paesi attaccati che si sono difesi come ad esempio la Francia con 600.000 morti o l’Inghilterra 390.000 morti, mentre Stati Uniti 178.000 morti ed infine Unione Sovietica 27.220.000 morti.
Ora, con il massimo rispetto per i nostri morti, 3.700 morti in una regione di uno degli stati attaccanti quale è stata l’Italia, a fronte dei tanti morti appartenenti agli stati che ci hanno liberati è poca cosa, e se non si evidenzia questo si rischia di indirizzare ad una interpretazione fuorviante della storia, cosa molto facile in tempi di revisionismo storico come questo. O no?
Anche la Germania Nazista pagò pesantemente nella guerra, Berlino fù rasa al suolo e oltre 7 milioni di morti fu un peso enorme, ma cosa dovremmo dire degli oltre 27 milioni di morti Russi?
Assolutamente reale ciò che leggo: “bombardamenti e dei suoi effetti terribili”, figuriamoci i bombardamenti che sta subendo oggi Ucraina o la totale distruzione di Gaza…
Ma se i numeri sono questi, non è assolutamente vero che la Sicilia sia stata colpita tanto pesantemente. Non voglio dire che la guerra sia stata una passeggiata, ma, tutte le altre regioni italiane sono state colpite molto più pesantemente.
Lo sbarco in Sicilia sapientemente preparato, non ha trovato resistenza, e sicuramente la popolazione era totalmente impreparata come trovo scritto nell’articolo, e appunto per questo, salvo sporadici casi di militari che tentarono una debole resistenza (mi viene in mente il sottotenente Nino Barone ad esempio) per il resto tutta l’operazione militare andò avanti rapidamente con conseguenti limitate perdite sia da parte degli anglo americani che da parte dell’esercito italiano.
Due mesi dopo, gli anglo americani divennero i nostri alleati.