
Due infrastrutture cruciali, il Porto di Pozzallo e l’Aeroporto di Comiso, si trovano ad affrontare una realtà amara: lo stato di abbandono e una gestione pubblica che ne limita drasticamente il potenziale. Nonostante la loro innegabile importanza per la crescita economica e sociale della provincia, la sinergia tra questi due nodi vitali rimane un miraggio, un’occasione mancata che si ripercuote sull’intera comunità. La situazione di Pozzallo e Comiso non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di infrastrutture strategiche afflitte da problematiche simili. L’autostrada Siracusa-Gela, la statale Ragusa-Catania e la linea ferrata Siracusa-Gela condividono lo stesso destino di incompiutezza, ritardi e una gestione che sembra privilegiare interessi esterni a discapito dello sviluppo locale.
L’Aeroporto di Comiso, gestito da SAC (società pubblica), è spesso descritto come un “aeroscalo fantasma”. Nonostante le sue potenzialità, le rotte sono state dirottate verso l’aeroporto di Catania, svuotando di fatto Comiso della sua funzione primaria e trasformandolo in un simbolo di spreco e inefficienza.
Il Porto di Pozzallo, sotto la gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (anch’essa pubblica), non naviga in acque migliori. I finanziamenti più consistenti, si lamenta, vengono sistematicamente indirizzati verso Catania e Augusta, lasciando a Pozzallo e Siracusa solo le “briciole”.
Ma la storia del Porto di Pozzallo è ancora più complessa. Anni fa, la multinazionale americana Cooper Smith Co., uno dei maggiori operatori logistici nel trasporto di merci containerizzate, aveva manifestato l’intenzione di realizzare un HUB Container a Pozzallo. Un’opportunità d’oro, sostenuta anche dalla Regione, fu incredibilmente bloccata dall’allora e attuale sindaco di Pozzallo, che si oppose strenuamente al progetto. Fortunatamente, l’arrivo di Virtu Ferries ha parzialmente mitigato il danno, trasformando il porto in un ponte cruciale tra Malta e la Sicilia per i flussi turistici e commerciali.
La gestione del porto è poi passata sotto l’ADSP Sicilia Orientale, e da quel momento, ogni progetto di messa in sicurezza, completamento delle strutture portuali e dei magazzini doganali si è arenato. Una parte della struttura doganale è stata addirittura adibita a CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio), e il porto piccolo è stato completamente dimenticato.
Le responsabilità di questa paralisi non ricadono solo sul sindaco, ma anche sui parlamentari della provincia, di ogni schieramento politico. L’assorbimento del porto di Pozzallo nell’Autorità Portuale Catanese, avvenuto tramite un emendamento di un parlamentare del Movimento 5 Stelle, è avvenuto nel silenzio assordante dei rappresentanti locali di tutti i partiti, dal PD a Fratelli d’Italia, a Forza Italia.
Le attività più significative per la comunità pozzallese, il diporto e la pesca, sono state fortemente penalizzate dall’inagibilità del porto piccolo. Il continuo insabbiamento, conseguenza di “insensate scelte progettuali”, ha reso la situazione insostenibile. La beffa arriva puntuale ad ogni campagna elettorale, quando una piccola draga interviene per aprire un passaggio temporaneo, una soluzione effimera che dura giusto il tempo delle elezioni, illudendo i pescatori e la cittadinanza.
Mentre il sindaco di Scicli riesce a ottenere finanziamenti per il dragaggio del piccolo porto di Donnalucata, Pozzallo, con una struttura dal potenziale ben maggiore per il diporto e la pesca locale, rimane in attesa. L’annuncio, quasi “roboante”, di due milioni di euro per rifare l’impianto antincendio del porto, seppur importante, suona quasi come una beffa: a che serve un impianto antincendio all’avanguardia se la struttura è di fatto inagibile?
Le foto satellitari mostrano un accumulo crescente di sabbia, che minaccia persino il molo di sottoflutto. Se il fondale, già basso, dovesse ridursi ulteriormente, le imbarcazioni più grandi (“bulk”) non potranno più attraccare, nemmeno con carico ridotto. L’auspicio è che dalle istituzioni regionali non arrivino più “ricotte arie”, ma interventi seri di ripristino dei fondali e di messa in sicurezza, vera e prioritaria.
Il Circolo di Pozzallo di Sud chiama Nord lancia un monito chiaro: è tempo di agire con serietà e lungimiranza, affinché le infrastrutture strategiche come il Porto di Pozzallo e l’Aeroporto di Comiso possano finalmente svolgere il ruolo di volano determinante alla crescita economica e sociale che la provincia attende da troppo tempo.
4 commenti su “Porto di Pozzallo e Aeroporto di Comiso: due Infratrutture, un destino condiviso”
da 30 anni a oggi e anche un domani il porto di Pozzallo al seguito di uno sviluppo continuo ha distrutto la completa costa Santa Maria del Focallo,Marza e Cirica.
Tutto questo xun sviluppo economico voluto da pochi. Non voglio immagginare quello che succederä se come previsto si fara una Panchina x le grandi navi.
Poveri noi residenti.
Metteteci i frangiflutti come da donnalucata a Cava D’Aliga .
Come hanno fatto anche a Plaja Grande dove hanno una grande spiaggia.
In compenso è crescita ragazzino Pietrenere e la spiaggia de Raneddi
@Vincenzo Pulino
bisognerebbe lasciare tutto come è, non cambiare niente, anzi, ancora meglio eliminare tutto il nuovo e così saremo sicuri che non si distruggerà niente. Vero?
@ Vincenzo Pulino, sono totalmente d’accordo con lei.