
Modica – Quello sui 180 anni della Diocesi di Noto è stato un incontro di particolare interesse. La partecipazione e l’intervento del Vescovo, mons. Salvatore Rumeo, e la relazione del prof. Uccio Barone, hanno calamitato l’attenzione e l’interesse e determinato la soddisfazione dei numerosi presenti. I lavori sono stati aperti dal Coro dell’Unitre di Modica, diretto dalla maestra Claudia Perrone, con l’accompagnamento del maestro Giorgio Cannizzaro, che hanno eseguito l’Inno nazionale e l’Inno dell’Unitre. Dopo l’intervento introduttivo di Enzo Cavallo che, nel rimarcare l’impegno dell’Unitre nella società e sul territorio, ha chiarito che l’incontro è stato voluto per mettere i Soci nelle condizioni di saperne di più della Diocesi di appartenenza, è intervenuto il prof. Uccio Barone che ha ricostruito, le tante vicissitudini che hanno caratterizzato la Diocesi netina, sin dalla sua istituzione, avvenuta nel 1844 col vescovo Giuseppe Menditto (1844-1850). Questi i Vescovi che si sono susseguiti: mons. Gian Battista Naselli (1851-1853), mons. Mario Giuseppe Mirone (1853-1864), mons. Benedetto La Vecchia (1872-1875), mons. Giovanni Blandini (1875-1913), mons. Giuseppe Vizzini (1913-1935), mons. Angelo Calabretta (1936-1970), mons. Salvatore Nicolosi (1970-1998), mons. Giuseppe Malandrino (1998-2007), mons. Mariano Crociata (2007-2009), mons. Antonio Staglianò (2009-2022) fino ad arrivare all’attuale Vescovo mons. Salvatore Rumeo che, come si sa, si è insediato il 18 marzo 2023 dopo l’annuncio dato il 22 dicembre 2022. Ed ai Vescovi succedutisi sono stati riferiti fatti che, nell’insieme, costituiscono la storia di una Diocesi dinamica ed appartenente ad un territorio alquanto particolare. Per ognuno di loro e fino alla gestione di mons. Nicolosi, il prof. Barone ha indicato particolari di significativo interesse. Particolare riferimento è stato fatto al diniego del Vescovo mons. Calabretta, quando, nel 1949, ricevuto l’ordine da parte del Papa Pio XII, si rifiutò di insediarsi a Ragusa dove lo si voleva trasferire per istituire una nuova Diocesi al posto di quella di Noto. Ci fu un grande trambusto con una insurrezione popolare che ha visto Modica in testa. Alla fine la Diocesi di Ragusa fu comunque istituita, ma con un altro vescovo. La Diocesi di Noto fu confermata e mons. Calabretta rimase al suo posto dando atto al Papa di avere scelto la strada più giusta perché rispettosa della volontà della gente. E’ quindi seguita la relazione di mons. Salvatore Rumeo. Il suo è stato un intervento chiaro, determinato e con contenuti capaci di esprimere il suo pensiero, il suo programma, il metodo pastorale con cui si rapporta col clero e per la gente. Facendo riferimento al recente insediamento del nuovo Papa, Leone XIV ha parlato di passaggio epocale della Chiesa, di Chiesa in affanno, di esigenza di recuperare il dialogo tra vita religiosa e vita civile. Ha parlato poi della esigenza di avere norme comportamentali per arginare chi, all’interno della Chiesa, ama strafare per personalismi che non fanno bene. Ha toccato quindi l’argomento riguardante le feste patronali e di quartiere che, sempre più spesso, non sono più feste religiose ma veri e propri appuntamenti folkloristici. Da qui la necessità di dover procedere con idee chiare e con la necessaria determinazione: non a caso l’assemblea italiana dei Vescovi ha rinviato l’approvazione del suo ultimo documento bisognoso di ulteriore aggiustamenti. Prima di soffermarsi su altre questioni per lo più di carattere locale, Mons. Rumeo ha accennato al fatto che per la Chiesa netina è pronto un progetto di riorganizzazione che in sei anni dovrebbe concorre a mettere un po’ d’ordine laddove c’è bisogno.
Si può ben dire che si è trattato di un incontro, concluso da un apprezzato intervento di Don Giuseppe Stella, assai concreto e particolarmente gradito dai partecipanti.