
“Posso credere a tutto, purché sia sufficientemente incredibile”. Oscar Wilde, il re dei paradossi, sarebbe a suo agio in tempi come questi in cui la verità lascia interdetti come fosse la rivelazione di qualcosa di incredibile. E qualcosa di incredibile e impensabile è davvero accaduta. Al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, si è presentato Luai Ahmed, yemenita rifugiato in Svezia, giornalista. “Alto commissario, ha esordito, mi chiamo Luai Ahmed e vengo dallo Yemen. Posso chiederti perché il tuo rapporto menziona Israele 188 volte, ma non menziona nemmeno una volta la Repubblica islamica dell’Iran?” Primo choc. “Come puoi parlare del conflitto ignorando il partito che ha armato, addestrato e finanziato i terroristi per procura, Hamas, Hezbollah, gli houthi, che hanno bombardato Israele mille volte?” Secondo choc. “Perché non menzioni gli houthi che hanno speso milioni di dollari per lanciare missili contro Israele, invece di sfamare la mia gente affamata?” Terzo choc. “Chiedo all’Onu, alla Lega araba e a tutti coloro che hanno issato la bandiera palestinese dal 7 ottobre: dov’è la bandiera dello Yemen?” Quarto choc. “Nel mio paese, mezzo milione di persone sono morte negli ultimi dieci anni. La più grande carestia della storia moderna. Perché a nessuno importa quando muoiono mezzo milione di yemeniti?” Quinto choc. “E il Sudan? In meno di due anni, sono state uccise più di 150 mila persone. Dov’è la bandiera del Sudan?” Sesto choc. “E la Siria? Sono stati uccisi mezzo milione di siriani. Dov’è la bandiera siriana?” Settimo choc. “Alto commissario, perché quando gli arabi uccidono milioni di arabi, nessuno batte ciglio? Dove sono le proteste?” Ottavo choc. “E perché il Qatar è qui seduto quando ospita i capi terroristi di Hamas in hotel di lusso?” Il palazzone di vetro, quartiere generale delle Nazioni Unite è stato scosso da un terremoto forza 9 della scala Richter. Un arabo che difende Israele e colpisce l’ipocrisia dell’Onu e dell’islam proprio davanti a chi pretende di difendere i diritti umani? Un arabo che spiattella le colpe di un’organizzazione che rappresenta con disinvoltura e contro ogni pudore regimi assassini? Deve essere stato uno spettacolo davvero imperdibile. Una lezione potente da parte di uno yemenita che confessa di aver fatto un entusiasmante percorso di risveglio e illuminazione, un duro viaggio di deradicalizzazione che lo ha ripulito dell’antisemitismo con cui era cresciuto: “I had a crazy journey of awakening and enlightment. De-radicalization is a rough process, and I’m extremely pleased that I cleansed myself of the antisemitism I grew up with”. Un processo a cui il mondo dovrebbe sottoporsi per rinforzare il proprio sistema immunitario contro il maledetto cancro che potrebbe presto distruggerlo.
1 commento su “Choc alle Nazioni Unite… l’opinione di Rita Faletti”
Ecco uno che posso definire un’eroe
Uno che con intelligenza ha guardato il mondo è ha saputo distinguere chi è nel male e chi è nel giusto .
Un mondo Arabo avvelenato da loro stessi , prima con le lotte fratricida, e poi indirizzando il loro veleno verso l’occidente, i capi sempre propongono un nemico contro cui sfogare l’aggressività del popolo , in modo che il popolo non si rivolti contro i capi .