
Hanno risposto alle domande del Gip, i titolari della casa di riposo di Ragusa, indagati nell’inchiesta condotta dai carabinieri del NAS, nel corso dell’interrogatorio durante il quale il magistrato ha contestato loro i reati. I difensori Giuseppe Lipera e Vincenza Forte hanno chiesto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, evidenziando l’assoluta mancanza di gravi indizi a carico degli indagati e la totale assenza di esigenze cautelari. Si resta sin da ora in attesa del verdetto del giudice, chiamato a pronunciarsi sulla revoca della misura cautelare applicata e, nel mentre, sono state già depositate le istanze di riesame sia al Tribunale della Libertà di Catania che di Ragusa. Auspichiamo – dicono ancora i difensori – che sia fatta presto luce e giustizia su questa storia e che, ancora una volta, si affermi il principio che il tempo è galantuomo perché la verità è figlia del tempo”.
Davanti al Gip del Tribunale, Ivano Infarinato, sono comparsi 8 indagati, tra i quali due i gestori (una coppia di 43 e 46 anni), e sei (cinque donne ed un uomo) raggiunti da misure interdittive tra gli 8 ed i 12 mesi, difesi dagli avvocati Fabrizio Cavallo, Alessandro Agnello, Vanessa Alecci, Enrico Cultrone, Rosario Schembari, Pasqualino Cilia e Vincenza Forte, dipendenti di una struttura impegnata nella cura e custodia di persone anziane e disabili, gravemente indiziati – allo stato degli atti e nella presente fase del procedimento, nella quale non è stato ancora instaurato il contraddittorio con gli indagati – in concorso tra loro del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.