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Lo “Spectrum” di Billy Cobham pervade Marina di Modica

Tempo di lettura: 2 minuti

Lo aveva preannunciato Tonino Cannata, soprintendente della Fondazione Garibaldi ed organizzatore dell’evento:  “sarà un concerto che ricorderemo!”. Così è stato. Organizzazione perfetta, concerto eccellente. Solo qualche piccola lamentela da parte di qualche spettatore che non ha gradito l’apertura del varco entrata dalle 21 in poi. Qualcuno, soprattutto con i biglietti già prenotati, avrebbe gradito l’apertura alle 20. Lo citiamo per dovere di cronaca e lo consideriamo un “effetto collaterale” abbastanza accettabile. Cobham ha iniziato alle 22,30, puntuale come un orologio svizzero. Il drummer americano è in tour da mesi. Ha scelto per l’Italy, “only two concerts”. Uno a Roma, caput mundi (era d’obbligo), l’altro a Marina di Modica, sotto Tunisi. Non hanno avuto difficoltà a fargli capire che questo puntino sulla carta geografica è la città del barocco, delle chiese (oramai non più cento) e del golosissimo cioccolato. Lui lo abbinerà certamente al buon vino. Ama da morire il fragolino, lo ha detto apertamente a tutti durante il concerto. Ma questa è la patria dei grandi vini siciliani e qui in provincia, del nero d’avola e del cerasuolo. Pazienza, dovrà accontentarsi di queste eccellenze nostrane, in compenso potrà abbinarlo alle oltre 150 essenze che ingentiliscono il prezioso cioccolato della Contea. Onore a Cannata, che ha saputo cogliere il “time” (per restare in tema di ritmo da batteria) ed accaparrarsi per primo l’asso mondiale della fusion music. Ho seguito Cobham fin da quando entrò come membro ipertecnico della Mahavishnu Orchestra. Ma fu l’album “Spectrum” nel 1973, a lanciarlo, come astro nascente, nel panorama musicale internazionale. Ero già appassionato di jazz rock, la fusion con Chick Corea, Return to Forever, Herbie Hancock, Weather Report, Miles Davis, George Duke, Al Di Meola ed altri, iniziava a lasciare i primi segni indelebili nel mondo. Iniziai a suonare e “scimmiottare” questi temi ed armonie musicali. Non esistevano spartiti, tutto doveva nascere dall’ascolto, con immense difficoltà esecutive. Spectrum fu un “colpo di fulmine nella mia mente. Obbligati pazzeschi, ritmi primordiali pluri-composti e fulmineamente scomposti, da far rabbrividire anche nel sonno. Temi difficilissimi da eseguire ma che ti trascinavano nel trascendentale mondo dei sogni melodici.All’interno, oltre a micidiali suoni rock ed armonie jazzdissonanti, entra anche la ritmica funk che già si faceva strada fra la nostra mente ed i nostri fianchi che avevano una stramaledetta voglia di ondeggiare e danzare. Spectrum insomma, diventa una pietra miliare per questa musica ed ha condizionato innumerabilimusicisti dalla sua uscita ad oggi. Stratus, il brano certamente più famoso, è la hit da riprodurre in ogni sua parte da ogni band che si definisce “alternativa”. Stratus ebbe un così grande successo (fu sigla di tanti programmi radiofonici e televisivi), che l’Atlantic (mitica etichetta anche degli Zeppelin) ne fece un 45 giri che vendette milioni di copie. Red Baron sempre da Spectrum, è un altro brano storico che nei concerti di Billy, lascia sempre un sapore unico in chi lo ascolta. Il concerto, di ieri lunedì 5 agosto ha portato luce e dimensione internazionale nell’Auditorium Mediterraneo di Marina di Modica, che ha già accarezzato le note di grandi artisti come Miriam Makeba e Delmar Brown, negli anni passati e ieri ha rappresentato un vero nido d’amore per questa musica, nell’unica tappa siciliana del tour “Spectrum 50 Project”di Cobham. Infatti il celebre batterista ha prodotto per i festeggiamenti del 50° anno del capolavoro del 1973, un progetto live, proprio a partire dal 2023, allestendo un tour mondiale, posto che questo lavoro è considerato uno dei capolavori del jazz fusion.Il tour “Spectrum 50 Project” celebra proprio il 50° anniversario di questo album leggendario. Billy Cobham è un musicistafondamentale del jazz e della fusion. Tutti gli addetti ne riconobbero subito il suo stile innovativo e la sua grande capacitàtecnica. il suo rapporto con la batteria è assolutamente unico. Tecnicamente, Cobham è un drummer che fonde una grandeunicità di improvvisazione (fuori da ogni schema), con una tecnicaincredibile. Cosa fondamentale di un batterista, Cobham ha un rullante sempre perfettamente “al centro”, mai in anticipo o (peggio) posticipato, Una paccata snare ( rullante), come si dice in gergo musicale, che manda sempre “inside the time”, con precisione pazzesca, tutti i suoi musicisti. La natura (o Dio padre, per noi credenti) lo ha dotato di una propria tecnica che utilizza entrambe le mani allo stesso modo (ambidestro). Questa capacità basale, gli consente esecuzioni fuori norma come i famosi passaggi velocissimi con precisione millimetrica. Ne esce fuori un sound altamente dinamico e fortemente tecnico. Storicamente il drummer panamense, si è sempre distinto per una ricerca di innovazioni musicali che “fondono” molti generi e stili, con capacità innata per una continua ricerca di sonorità moderne e nello stesso tempo, antiche. All’auditorium di Marina di Modica,infatti è arrivato con i musicisti che lo accompagnano dallo scorso anno. Una band di straordinaria capacità, con la quale Cobham ha eseguito mirabilmente tutti i brani più significativi di “Spectrum”.  Ad ascoltarlo, tanta gente (Auditorium pieno) che rappresenta diverse generazioni di ascoltatori e suoi ammiratori. Chi vi scrive,lo aveva ascoltato 10 anni fa, in un fantastico concerto, al Blue Note di Milano. Ho sentito ieri la stessa energia di allora, nonostante l’età, ed il bastone della vecchiaia che realmente accompagna Cobham nella deambulazione quotidiana. La formazione di ieri, annovera Rocco Zifarelli (chitarristaeccezionale di Ennio Morricone), Gary Husband alle tastiere, Michael Mondesir (fantastico) al basso 5 corde e, come ospite speciale, il brasiliano Marco Lobo alle percussioni. Proprio quest’ultimo, ci ha riportato indietro nel tempo e, con una performance trascendentale, ad un certo punto,in piena foresta amazzonica. L’ensemble di questi artisti di altissimo livello, ha dato vita ad un concerto dirompente che ha coinvolto pubblico e critica. Unica nota poco accordata che voglio riportare: un’ora e venti contato di concerto, senza bis, nonostante un tiepido invito da parte del pubblico. Ma, con ottanta anni sul groppone, si può anche perdonare ogni cosa al grande Billy. Speriamo di averlo ancora per tanto tempo fra noi!

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