
Diritto allo studio, questo sconosciuto. Gli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi (art. 34 della Costituzione italiana). Ma in Sicilia, dell’art. 34 della Costituzione ci si dimentica spesso. Con queste parole Fabrizio Micari dell’esecutivo regionale di Italia Viva entra nella problematica del diritto allo studio. “Di diritto allo studio dovrebbero occuparsi gli Ersu, enti regionali, uno per ciascuna Università dell’isola. La gestione di ogni Ersu spetta ad un Cda, composto da un presidente di nomina regionale (quindi parte del sottogoverno regionale, con tutte le evidenti conseguenze “spartitorie” e certamente non meritocratiche), da un docente e soprattutto da tre rappresentanti degli studenti. L’attenzione al diritto allo studio dovrebbe essere massima, quindi. E invece la situazione è assolutamente disastrosa”.
Partendo da questa riflessione del rettore Micari, Marianna Buscema, coordinatrice provinciale di Italia Viva Ragusa, si sta già muovendo per organizzare, insieme a Micari e agli organi direttivi del partito in provincia, un momento di dibattito che metterà al centro proprio il tema del diritto allo studio. “Sul fronte delle borse di studio per gli studenti bisognosi e meritevoli, è proprio l’assessore all’Istruzione e alla Formazione Turano, ad ammettere candidamente che le risorse sono insufficienti per garantirne la copertura totale” sottolinea Buscema. “A titolo di esempio, rilancia Micari, a Palermo solo il 47% degli studenti idonei sono risultati assegnatari di borsa di studio: su 13.500 richieste, 7.100 ragazzi e ragazze idonei sono rimasti senza borsa, facendo tornare in auge la triste figura dello studente idoneo, ma non assegnatario, che pensavamo appartenesse al passato. Naturalmente non sono mancate le promesse e le ipotesi di futuribili ed immaginari utilizzi di risorse comunitarie, tra cui i fondi Poc. Ma perché l’assessore ed il governo regionale non hanno pensato al diritto allo studio nella fase di preparazione e di approvazione della Legge Finanziaria regionale? Perché, anziché destinare una quarantina di milioni alle esigenze territoriali (fiere, sagre, improbabili accademie, manifestazioni e così via…) dei diversi deputati (di maggioranza e di opposizione), non hanno destinato le risorse necessarie al diritto allo studio?” si chiedono Micari e Buscema. Lo scorso mese di febbraio è stato pubblicato il bando per la realizzazione di 60.000 nuovi posti letto a livello nazionale, da completarsi entro il 30 giugno 2026 attraverso fondi del Pnrr, come si stanno muovendo gli Ersu siciliani in questa direzione? “Su queste e altre domande – conclude Buscema – vogliamo accendere i riflettori organizzando a breve, in provincia, un apposito momento di riflessione”.