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Fare impresa in Sicilia: fino a 300 mila euro per la creazione di nuove imprese siciliane

Tempo di lettura: 2 minuti

L’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Sicilia ha emanato l’Avviso pubblico “FAre Impresa in Sicilia – FAInSicilia” per la presentazione delle istanze di concessione di contributi in conto capitale a valere sulle risorse finanziarie del Programma Operativo Complementare POC 2014-2020 e del Fondo di Sviluppo e Coesione FSC2021-2027. “Questo avviso – commenta l’Onorevole Ignazio Abbate – è un’occasione da non perdere per tanti giovani che vogliono concretizzare la loro idea imprenditoriale. Ritengo a tal proposito un grande traguardo essere riusciti ad innalzare a 46 anni l’età per avere il massimo punteggio (qualsiasi età può partecipare al bando), in modo da dare a più persone la possibilità di realizzare i loro sogni. Con un’idea concreta e vincente, questo bando può rappresentare la svolta di un’intera vita”. Fare IMPRESA in Sicilia è uno dei quattro assi di intervento dell’iniziativa “Competitività Sicilia” rivolto a quanti hanno un progetto imprenditoriale, che permette di creare o sviluppare una nuova attività produttiva, in forma di micro impresa o piccola impresa. Per presentare la domanda di partecipazione è necessario registrarsi sulla piattaforma web “incentivisiclia.irfis.it” a partire dal 16 gennaio e fino al 19 febbraio 2024 per poi inoltrare l’istanza dalle ore 10:00 del 20 febbraio fino alle ore 17:00 del 27 febbraio. I requisiti per registrarsi sulla piattaforma saranno il possesso di SPID, firma digitale ed indirizzo di posta elettronica certificata. A chi è rivolto questo bando? Principalmente a coloro che vogliono avviare una nuova attività e non hanno ancora costituito l’impresa o la stessa è esistente da meno di 3 anni. L’impresa può essere individuale o societaria. Per essere ammesso a finanziamento il progetto presentato deve essere in grado di differenziare l’impresa sul mercato rispetto ai concorrenti, introdurre prodotti, servizi e processi che generano come effetto l’ampliamento a nuovi target di consumatori o di utenza, soddisfare i bisogni sociali e socio-sanitari in modo più efficace rispetto alle alternative esistenti, valorizzare attività di ricerca e sviluppo. Sono escluse dalle agevolazioni quelle aziende che operano nel settore della pesca e dell’acquacoltura, nel settore della produzione di prodotti agricoli e le imprese turistiche. Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto fino al 90% delle spese ammissibili che vanno da un minimo di 50 mila ad un massimo di 300.000 euro. Sono finanziabili nuove imprese che operano nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli. Nella fornitura di servizi alle imprese e alle persone, nel commercio di beni e servizi, compreso il franchising, nelle attività della filiera culturale, finalizzata alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico. Le spese ammissibili possono coprire anche la ristrutturazione dell’immobile sede della ditta (per un massimo del 30% della somma totale), l’acquisto impianti, macchinari, attrezzature, software, formazione specialistica (max 10%). Spese per la progettazione. Tale limite di ristrutturazione viene innalzato al 40% per le imprese ricomprese nella classificazione codice ateco 55 Alberghi e strutture simili; codice ateco 56.01 ristoranti in sede fissa e codice 56.03 Bar.

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1 commento su “Fare impresa in Sicilia: fino a 300 mila euro per la creazione di nuove imprese siciliane”

  1. Bisognerebbe finanziare la Crias con la Crias ogni qualvolta ci sono stati i soldi , intere generazioni di artigiani ne hanno usufruito, e hanno superato i loro problemi finanziari , però alle banche non andava giù e allora bastoni fra le ruote, chi faceva la domanda si è sentito rispondere, non ci sono soldi , possiamo fare la domanda ma ci sarà di aspettare , 6 mesi un’anno , forse di più
    Se una cosa funziona lo stato la ostacola , a volte mi domando ma come facciamo ad andare avanti gli Italiani???
    Questa iniziativa è meglio di niente, ma sarebbe meglio finanziare le piccole aziende esistenti, che sono in grande difficoltà, e con il loro risollevamento si potrebbero avere nuovi posti di lavoro, un’economia più forte , meno danni sociali .
    Finanziando nuove imprese giovanili si rischia di farli partire e poi buonaparte vederli chiudere con debiti che condizzioneranno la futura esistenza ,perché l’Economia è asfittica, perché si è fatto di tutto per far crescere le grandi aziende in qualsiasi settore monopolizzando il mercato , si è ucciso il piccolo , il piccolo non riesce più ad attrarre clienti, subbissato dall’offerta dei colossi ,eliminati i piccoli naturalmente i grossi faranno finta di farsi la concorrenza, mentre realmente approfittano del monopolio e fanno pagare tutto co sale e l’uogghiu, vedi i distributori di carburante , hanno tutti lo stesso prezzo copiato per non dire altro , secondo voi si fanno la concorrenza?????
    Liberalizzando le licenze si è eliminato il piccolo , facendolo chiudere , avete visto a volte 2 bar attaccati, o qualsiasi altra attività, risultato danneggiati tutte e due , e successive chiusure , prima il piccolo commerciante ci Campava la famiglia e alla fine vendeva la licenza ed era per lui una piccola liquidazione, ora le licenze valgono zero , si è distrutto tutto un tessuto sociale che si campava da sé, e pagava tasse, senza pesare sulla collettiva,
    I quartieri rimarranno senza il negozio di prossimità, perché chiuderanno tutti , per chi non ci andava neanche per comprare una spingola non cambia nulla, ma per chi si serviva del negozio di vicinato è una disaggio notevole. . In bocca al lupo ai giovani che con questa iniziativa potranno avviare una LORO attività.

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