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Argentina al voto. Ballottaggio 19 novembre con la destra sicura di vincere

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I candidati argentini alle presidenziali Sergio Massa (Unión por la Patria) e Javier Milei (La Libertad Avanza) vanno al ballottaggio dopo aver ottenendo rispettivamente il 36,24 e il 30,13% dei voti nelle elezioni generali tenutesi ieri. I 9.127.071 voti ottenuti dal peronista Massa e i 7.549.976 dal neoliberista Milei corrispondono al 93,28 per cento dei voti validi espressi, secondo i dati pubblicati dall’autorità elettorale sul suo sito. Entrambi i candidati misureranno così le proprie forze nel ballottaggio, previsto per il prossimo 19 novembre, insieme ai loro binomi, composti da Agustín Rossi (Unión por la Patria) e Victoria Villarruel (La Libertad Avanza). Secondo il CNE, seguono i candidati Patricia Bullrich (Insieme per il Cambiamento) con il 23,84% dei voti, il governatore di Córdoba, Juan Schiaretti (Facciamo per il Nostro Paese), con 6,93, e Miriam Bregman , di Sinistra Fronte e Unità dei Lavoratori, con 2,65 per cento dei voti. Le elezioni si sono svolte normalmente con un’affluenza alle urne del 77,67 per cento, il che significa che hanno votato 25.815.447 elettori, su un universo totale di 33.236.518. Le prime dichiarazioni di Sergio Massa :  “Costruiremo un’industria forte,  un’istruzione pubblica gratuita, di qualità e inclusiva, un regime lavorativo moderno che abbracci le tecnologie e la formazione senza rinunciare ai diritti conquistati dai lavoratori”, ha affermato Massa. Ha dichiarato di volere un’Argentina che utilizzi le sue risorse naturali con valore aggiunto, una costruzione nazionale sulla base del federalismo, un paese che rafforzi le sue riserve e la sua moneta. In quell’orizzonte di speranza, ha invitato a porre fine alla distruzione del nemico politico. “Il crack finanziario dell’Argentina è morto, e il 10 dicembre prossimo inizierà una nuova fase con il mio governo”, ha sottolineato. Ha aggiunto che crede nel dialogo e nel consenso e che questo servirà a costruire un’Argentina integrata, multilateralista e garante della sicurezza e della serietà nelle relazioni con le altre nazioni del mondo. Ha detto che il suo impegno più grande sarà quello di lavorare per la sicurezza e l’occupazione, oltre a prendersi cura degli argentini, per questo ha invitato ad abbracciare un Paese dove tutti contano e non “ognuno per sé”. Intanto anche il peronista Axel Kicillof  è stato riconfermato governatore della provincia di Buenos Aires, dopo aver ottenuto il 44,88 per cento  dei voti, cifra che corrisponde all’84,14 per cento del totale. Kicillof, ex ministro dell’Economia tra il 2013 e il 2015, responsabile della provincia dal dicembre 2019. Da parte sua il candidato dell’opposizione Milei ha sottolineato che al ballottaggio il suo partito dovrà affrontare quella che ha definito “la cosa più disastrosa accaduta nella storia della democrazia moderna”. Nel discorso ai sostenitori, Patricia Bullrich ha accettato la sconfitta alle urne. Ha detto che continuerà a farsi portatrice dei valori intrinseci di Together for Change come la trasparenza, la lotta alla corruzione e il desiderio di bandire dal Paese quello che lei chiama “populismo”, che considerava causa di povertà e decadenza.

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