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Ragusa. La Casa della Comunità che manca

Tempo di lettura: 2 minuti

“La sanità di prossimità” è stata l’oggetto dell’incontro tra l’Assessore alla sanità e sviluppo di comunità Giovanni Iacono e una delegazione della Rete civica della salute (RCS) composta da Salvatore Mandarà, coordinatore provinciale, Maria Giovanna Bentivoglio, coordinatrice cittadina, la Consigliera Comunale Giovanna Occhipinti, da Vera Sudano e Chaaraoui Samia.
Alla fine dell’incontro è stato stilato il seguente documento:
“La ‘salute’ è un diritto fondamentale e l’accesso a un livello più alto di salute è un obiettivo sociale estremamente importante. La salute non è compito solo sanitario ma compito e responsabilità del sociale, della comunità. Abbiamo in atto nel Paese il riordino dell’attività assistenziale territoriale e con il DM 77/2022 sono stati stabiliti i modelli e gli standard. Il DM 77 descrive, peraltro, il ‘progetto di salute’ strumento che dovrebbe permettere la gestione dei bisogni socioassistenziali. Tutto ruoterà attorno al distretto sanitario e all’interno di esso il centro è la ‘Casa della Comunità’ con la presa in carico e il punto unico di accesso delle prestazioni sanitarie e l’assistenza h24. Il coordinamento dei servizi soprattutto ai malati cronici è all’interno della Casa della Comunità dove agiscono equipe multidisciplinari.
Per la città di Ragusa, malgrado abbia 72.000 abitanti e il DM 77 preveda una Casa della Comunità ogni 40.000 – 50.000 abitanti, non ne è stata prevista alcuna; una decisione fuori normativa per la quale l’Amministrazione Comunale da qualche mese ha attivato interlocuzione con l’Assessorato Regionale alla sanità e la Direzione Generale Asp e sulla quale chiediamo, insieme alla Rete Civica della Salute, con estrema determinazione, una celere definizione tra Assessorato Regionale alla sanità e Azienda Sanitaria Provinciale.
Il nuovo modello di assistenza territoriale mira alla prevenzione, all’ospedalizzazione solo per le acuzie, la bassa complessità degli ospedali di comunità e la presa in carico da parte della ‘rete’, ma la ‘rete’ bisogna costruirla. Non si possono fare scelte sulla salute dei Cittadini ignorando i Cittadini e intraprenderemo percorsi comuni di informazione e coinvolgimento di Associazioni e Cittadini.
In questa ottica l’Assessorato alle politiche della salute del Comune di Ragusa e la Rete Civica della Salute (RCS) che è l’insieme dei Cittadini che liberamente si assumono la responsabilità civica di sussidiare le politiche pubbliche sui beni comuni come forma operosa di democrazia partecipata secondo il principio Costituzionale di sussidiarietà circolare, intendono operare in stretto contatto al fine di migliorare il sistema salute della città di Ragusa con particolare attenzione alle liste di attesa, ai tempi del ‘pronto’ soccorso, alle dotazioni organiche appropriate e necessarie seguendo i criteri dei reali fabbisogni di salute”.

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1 commento su “Ragusa. La Casa della Comunità che manca”

  1. Ho letto che sarà realizzato un ospedale di comunità, con Ragusa anche Comiso e Scicli, mentre le case di comunità saranno realizzate in tutti gli altri comuni della provincia.
    Ho l’impressione che gli ospedali di comunità dovrebbero essere più della case di comunità, mentre affermazioni tipo “agiscono equipe multidisciplinari”, mi vien da ridere.
    Non riesco ancora ad immaginare dove troveranno il personale per la formazione delle equipe multidisciplinari, ma forse sono sanitari nascosti e spunteranno per farci una sorpresa.

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