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Pd. Locali uffici demografici a Ragusa. Più di qualcosa non va

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“Siamo stati sorpresi negativamente dallo stato di abbandono in cui si trovano quei locali, la cui ristrutturazione è costata ai cittadini 300mila euro e che ci siamo accorti non essere stata fatta a regola d’arte, per cui sarà necessario investire altri soldi che, anche in questo caso, dovrà essere pagata dalla collettività”. E’ quanto denunciano i consiglieri comunali di Ragusa del Pd Peppe Calabrese e Mario Chiavola dopo avere chiesto, e ottenuto, un sopralluogo ufficiale nei locali dell’ex biblioteca comunale dove, secondo le intenzioni della Giunta municipale, dovranno essere trasferiti gli uffici dei Servizi demografici.
“La ristrutturazione dei bassi di questo antico edificio – sottolineano i due consiglieri democratici – denota una fortissima risalita di umidità alla base di quei muri dove non è stata realizzata la controparete di cartongesso così come concentrazione di umidità risulta in parte dei montanti dove, invece, il cartongesso è stato installato. Non abbiamo capito bene se ciò sia stato determinato dal fatto che i locali siano rimasti chiusi o perché, essendoci risalita, non si sa bene da quale motivo sia stata generata. Di sicuro, abbiamo trovato un locale in cui da un anno nessuno ha messo piede, decisamente trascurato dalla politica e dagli uffici. Tra l’altro, ed è un ulteriore aspetto che ci preoccupa, chi ha consegnato i lavori ha lasciato materiale edile in giro. Quindi, chi ha ricevuto la documentazione del fine lavori, sottoscrivendola e attivando le procedure per la liquidazione di quanto concordato all’impresa, non si è nemmeno preso cura di verificare, questo quello che abbiamo appurato, che i locali venissero consegnati in uno stato quantomeno dignitoso sul piano della pulizia. A tal riguardo, abbiamo sentito le assurde giustificazioni dell’assessore Giuffrida il quale ci ha spiegato che il materiale era stato lasciato in giro perché comunque si sarebbe dovuta tenere la levigatura dei pavimenti. Una scusante che non sta in cielo né in terra. Come l’altra che concerne la risalita dell’umidità quando ci ha detto una cosa la mattina, durante il sopralluogo, e un’altra la sera in aula rispondendo alle nostre comunicazioni e parlando di un presunto allagamento dei locali per la pioggia. Sarà. Ma in ogni caso, qualcosa non quadra. Abbiamo anche potuto riscontrare l’infelicità che riguarda le cosiddette uscite di emergenza: ce ne sono due con gradini, quindi con buona pace delle barriere architettoniche, oltre ad avere una conformazione a collo di bottiglia che rende problematica l’evacuazione immediata in caso di evento calamitoso”.
“Non sappiamo – continuano Calabrese e Chiavola – se questi locali siano idonei o meno all’ospitalità di cittadini e impiegati. Una cosa è certa. Noi non condividiamo la scelta del trasferimento dei Servizi demografici da corso Italia i cui locali, da sempre, si sono dimostrati all’altezza della situazione, tra l’altro ad appena venti metri da un parcheggio multipiano utilissimo per chi deve espletare qualunque attività a palazzo dell’Aquila. In più, se vogliamo dirla tutta, con il discorso delle allergie, come faranno a rimanere sino a nove ore (il giovedì e il sabato) all’interno i dipendenti comunali che accusano problemi di questo tipo? Ci sembra, insomma, che più di qualcosa non funzioni e che sia necessario fare le opportune valutazioni prima di procedere con questo trasferimento che, lo ripetiamo, secondo noi non ha alcun senso”.

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