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Il Seminario Vescovile si formerà in parrocchia a Modica

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Il nuovo anno pastorale della Diocesi di Noto è entrato a pieno regime da qualche settimana. Dal primo ottobre hanno iniziato il loro ministero di pastori i diversi sacerdoti, nominati parroci e vice parroci, in diverse comunità della diocesi, lo scorso 1 settembre. In questi giorni il Vescovo Salvatore sta girando ogni angolo del territorio, per la tradizionale consegna della comunità al nuovo pastore.
Novità di questo anno pastorale è la scelta di Mons. Rumeo circa la formazione degli studenti del Seminario Vescovile. Il Vescovo ha provveduto a nominare una nuova equipe composta da don Stefano Modica (rettore), don Canonico Giuseppe (vice rettore) e don Križan Jan Stanislav (direttore spirituale), che a partire dal 11 settembre è attivata per accompagnare la formazione di sette giovani aspiranti al sacerdozio.
Il nuovo anno formativo dei seminaristi si apre nell’ottica del rinnovamento e della sperimentazione, seguendo anche le indicazioni della CEI. Quest’ultima invita a far sperimentare percorsi di vita comunitaria in mezzo al popolo di Dio, e per questo il Vescovo, in accordo con l’Equipe, ha deciso che l’anno pastorale 2023-2024 dovrà essere vissuto nei locali della Parrocchia Santuario Madonna della Grazie di Modica. Il percorso formativo prevede anche due giorni a settimana a Noto per attività formative in Seminario e in Episcopio.
Questa decisione ha fatto montare un po’ di pettegolezzi e di malumore, in particolare nel territorio della città di Noto. A punto tale che sui social gira la notizia che il Vescovo avesse voluto trasferire definitivamente il Seminario a Modica, denigrando così la storica istituzione presente a Noto.
Ovviamente tutto questo vociare sui social è una falsa notizia! Andando con ordine: non si è difronte a un trasferimento, ma ad una sperimentazione riguardante un nuovo percorso formativo. L’ignoranza ecclesiale ha senza dubbio fatto nascere dubbi e false notizie sull’operato del presule netino.
In una lettera, Mons. Salvatore Rumeo, spiega le motivazioni di fondo che sono alla base della scelta di far vivere una esperienza pastorale nuova ai seminaristi.
In questo messaggio scrive: “la comunità del Seminario è nel cuore del Vescovo e non c’è celebrazione in cui non inviti a pregare per le vocazioni sacerdotali. Ammiro con vero stupore e meraviglia il Seminario Vescovile di Noto inteso come edificio, costruito dall’indimenticabile Mons. Salvatore Tranchina e lavoreremo tutti perché la struttura ritorni, quanto prima, non solo al suo antico splendore ma ad essere faro e centro di spiritualità, di culla di vocazioni e scrigno di bellezza e di cultura”.
Nella lettera il Vescovo fa anche riferimento alla storia diocesana che negli ultimi tempi ha coinvolto i seminaristi di Noto. Nel tempo, infatti, hanno sempre frequentato i corsi di teologia all’Istituto Teologico San Paolo di Catania e negli anni di restauro e recupero dello stabile di Via Gioberti i seminaristi risiedevano settimanalmente a Catania e ad Aci Sant’Antonio, facendo ritorno in diocesi solamente il fine settimana.
Il nuovo progetto formativo vedrà i seminaristi impegnati in un’attività sul campo, in cui coniugare studi teologici e attività pastorali. Continueranno a seguire i corsi universitari a Catania, vivranno a Modica e due giorni a settimana si recheranno a Noto.
L’anno pastorale, che la Comunità del Seminario si appresta a vivere, è un esperimento formativo non indifferente, rientra nell’ottica di rinnovamento raccomandato tante volte da Papa Francesco e oggi portato avanti dalla Conferenza Episcopale Italiana che in quest’ultimi tempi sta cercando di rimodulare il percorso formativo degli aspiranti al sacerdozio.
La scelta di Mons. Rumeo e dell’equipe formativa è ardua e coraggiosa. Una scelta che permetterà di far vivere un esperienza pastorale intensa ai giovani seminaristi e di rendere il seminario sempre più vicino alla quotidianità e al mondo.
Perché Modica e non altre città della Diocesi? Questa domanda se la saranno posti in tanti e sempre in tanti avranno dato tante risposte, alcune giuste e altre sbagliate. Modica oggi nella scelta del Vescovo non rappresenta uno degli otto vicariati della Diocesi, ma è l’intera Diocesi. Questo sinodo interpella sull’attenzione vocazionale la quale non può essere legata a una singola cittadina o paese ma all’intero territorio diocesano.
In definitiva, la città di Modica riceverà tanto dalla permanenza dei seminaristi in città, ma darà certamente tanto al cuore di questi giovani che si preparano ad essere pastori di un territorio diocesano che ha bisogno di dialogo fraterno, di ingegno, di promozione e di cultura.
“Il sinodo – scrive mons. Rumeo – ci permetta di crescere come popolo, di rinnovare il volto della Chiesa e di praticare le virtù della credibilità e della trasparenza massima. Amo il popolo che il Signore ha affidato alle mie cure, amo ogni pietra e ogni volto e impiegherò tutte le mie forze perché questa Chiesa risplenda di Vangelo vero”.

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