
Il poeta e scrittore modicano Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, è stato nominato membro di Commissione in due rilevanti Premi letterari internazionali, che si tengono nel Lazio e in Puglia.
Si tratta, anzitutto, del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea “Lucius Annaeus Seneca” – VII edizione, organizzato dall’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari, la cui cerimonia di Premiazione si terrà il prossimo 14 ottobre nella sala delle Scuderie del Castello Normanno-Svevo di Sannicandro di Bari.
Domenico Pisana, ci vuole parlare di questo Premio che si tiene in Puglia?
Si tratta di un Premio giunto alla settima edizione, col quale collaboro da anni. In questa edizione è stata notevole la partecipazione; hanno aderito oltre cinquecento poeti e scrittori provenienti dall’ Italia e da cinquanta paesi, per un totale di oltre 1.250 elaborati.
Il Premio, di cui la poetessa Maria Teresa Infante e Massimo Massa, Presidente del Premio, sono l’anima pulsante, si avvale anche del patrocinio di importanti istituzioni, tra i quali il Ministero della Cultura, l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, l’Università degli Studi di Foggia, la Regione Puglia, l’Assessorato alla Culture del Comune di Bari, il Comune di Sannicandro di Bari, l’Acedémie Mondiale de Poèsie, l’ Academia Internaţional Mihai Eminescu (Romania)”.
Nel corso della manifestazione saranno consegnati riconoscimenti a tutti i concorrenti vincitori a vario titolo, selezionati dalla nostra Commissione, presieduta dal prof. Pasquale Panella, Rettore dell’Accademia, e composta da autorevoli personalità ed esponenti del mondo della cultura, dell’informazione e della docenza accademica ed universitaria.
Il Premio “Tulliola – Renato Filippelli” si svolge invece a Roma. Ci può dire qualcosa anche su questo?
Sì, certamente! Sono stato chiamato lo scorso marzo a collaborare con questo Premio dalla Fondatrice Carmen Moscariello, poetessa, drammaturga, regista, giornalista, corrispondente quotidiana dal Sud Pontino per il TG3 Lazio per sei anni, e corrispondente per “Il Tempo”,(1987-1996) ove ha pubblicato circa 1500 articoli seguendo delicate inchieste su Tangentopoli, sul fenomeno dell’usura, sulla centrale nucleare del Garigliano e sulla camorra.
Si tratta di un Premio letterario internazionale giunto alla sua XXVIII edizione, al quale hanno partecipato 1170 autori. La Giuria è presieduta, sia quella italiana che quella straniera dal poeta Dante Maffia, ed composta oltre che della mia persona da Marco Onofrio, Giuseppe Trebisacce, Michele Urrasio, Carolina Bazerla Marangoni Giuseppe Iuliano, Paolo Saggese, Antonella Prudente, Mimma Filippelli, Lorenzo Spurio, Santo Giuffré.
L’intestatario del Premio, Renato Filippelli è stato un grande poeta. Ha pubblicato libri di poesia, numerose Antologie e grammatiche italiane, è stato un grande educatore sia nell’Università Suor Orsola Benincasa, che nel Magistrale “Cicerone” di Formia. Punto di riferimento per i giovani e di tutto il mondo culturale del Sud Pontino, Renato Filippelli ha lasciato in eredità un mondo colto e raffinato, il suo grande rigore morale, il suo amore per Dio e la Cristianità. Perché intestato anche a Tulliola? Perché Tulliola era figlia di Marco Tullio Cicerone, il quale possedeva una sontuosa villa a Formia che si trova a poca distanza dalla casa della fondatrice del Premio Carmen Moscariello. Proprio di fronte al mausoleo monumentale di Cicerone, ucciso a Formia nel 43 a.C., sono visibili i resti di un altro edificio funebre, che si vuole sia la tomba di Tulliola.
La cerimonia di Premiazione si terrà il 24 ottobre a Roma al Senato della Repubblica; saranno premiati i finalisti delle Sezioni poesia, saggistica, ambiente, etica, saggistica letteraria e Sezione scuola; la giuria premierà anche personalità importanti a livello nazionale e internazionale del mondo della Cultura, della Magistratura, dell’impegno sociale e umanitario, cui andranno onorificenze istituzionali.
Per un poeta e scrittore come lei, quale valore hanno queste esperienze?
Sono sicuramente esperienze importanti perché aiutano ad allargare gli orizzonti culturali; certo si tratta di un lavoro impegnativo, ma mi fa incontrare tante persone, atteso che dentro un libro ci sono, in fondo, anime, cuori di uomini e di donne che vogliono dire qualcosa.
Essere membro di Giuria di un Premio Letterario è un compito bello anche se difficile e complesso; si tratta infatti di esprimere “giudizi di valore” con la consapevolezza che non si potrà mai entrare nella dimensione intuitiva e ispirativa del poeta partecipante, ma di esaminare la natura del testo sul piano della sua efficacia contenutistica, semantica, dell’innovazione linguistica e formale rispetto al tempo in cui l’opera si situa.
Nel mio ruolo di componente di Giuria, punto anzitutto lo sguardo sulla parola poetica, poiché una raccolta di poesie è sostanzialmente fatta di parole, e con le parole si costruiscono immagini, si attivano metafore, si generano simboli, segni e perfino combinazioni fonico- ritmiche, si intrecciano forme, stili, figure retoriche, atteso che una poesia, per essere tale, non può fare a meno di queste regole elementari.
Come si fa a scegliere un poeta piuttosto che un altro?
Io guardo molto alla capacità innovativa del linguaggio da parte dei poeti che superano quel minimalismo e quella ripetizione di molta poesia contemporanea; faccio attenzione nelle mie valutazioni alle coordinate portanti e complessive delle poesia, cercando di individuare la struttura teleologica di un’opera in ordine alla sua dichiarazione di congruenza ad un insieme, ad una prospettiva cognitiva, filosofica, antropologica, etica ed estetica.
Per quanto mi riguarda, nelle mie valutazioni mi trovo d’accordo con quanto scriveva nel 1866 lo scrittore Luigi Settembrini nella sua opera “Lezioni di letteratura italiana”: “Ci sono due specie di critiche, l’una che s’ingegna più di scorgere i difetti, l’altra di rivelare le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore che è padre dell’arte; mentre l’altra mi pare che somigli a superbia, e, sotto colore di cercare la verità, distrugge tutto, e lascia l’anima sterile”.
1 commento su “Domenico Pisana, membro di Giuria in due Premi Letterari”
Bravo,Domenico.Pacato e misurato come sempre.L’essenza della saggezza.