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“Cosa fate stasera?” E non gli viene rinnovato il contratto

Tempo di lettura: 2 minuti

Premessa. Tutto quello che sto per raccontarvi è suffragato da dichiarazioni e screenshot che ho visto personalmente. La storia è talmente assurda che, quando me l’hanno raccontata, stentavo anche io a credere. Sono stato personalmente contattato da un cittadino pozzallese che, a quanto pare, non ha avuto il rinnovo del contratto di lavoro per una….frase.
Ricapitoliamo. Tardo pomeriggio di qualche giorno dopo Ferragosto. Presso una nota azienda alle porte della città rivierasca, un operatore di custodia e sorveglianza vede avvicinarsi all’uscita del cancello due addette alla pulizia che, da circa un’ora, erano dentro lo stabilimento. Le due ragazze, dall’apparente età giovanile, vengono avvicinate dall’addetto al cancello. L’uomo, salutando le due addette, dichiara testualmente: “Buonasera, ragazze, cosa fate stasera?”. L’intento di quella frase, secondo quanto dichiaratomi dall’uomo, era quello di conoscere i programmi della serata delle due ragazze ma non c’era alcun tentativo di adescamento. Una delle due ragazze, stando a quanto riferito, farfuglia qualcosa prima di abbandonare lo stabilimento a bordo della propria automobile. Lo stesso avviene anche per l’altra ragazza. Sembrava finito tutto lì.
Il giorno dopo accade uno strano imprevisto. L’uomo viene avvicinato da un responsabile dell’azienda. “Sei stato segnalato – dice il responsabile – all’azienda per presunte molestie. Le due ragazze non hanno gradito quella frase e hanno riferito il tutto alla loro responsabile”. Il servizio di pulizia, all’interno di quella azienda, viene svolto da una ditta esterna.
Apriti cielo! L’uomo, che in passato è stato anche promotore di raccolte di firme contro tutte le violenze sulle donne, tenta di giustificarsi, dicendo che la domanda non aveva alcun secondo fine ma solo la richiesta di sapere cosa avessero fatto nelle ore successive.
Trascorrono alcuni giorni e, a fine agosto, l’amara sorpresa del mancato rinnovo del contratto. Stando a quanto riferito (lo confermano alcuni dialoghi via WhatsApp che l’uomo ha avuto con il responsabile dell’azienda e che ho letto personalmente, l’uomo è stato allontanato anche per questo assurdo motivo.
“Mi ritrovo adesso – dice l’uomo – senza lavoro per colpa di due ragazzine che hanno equivocato le mie parole. Ho contattato anche un legale per chiedere se posso agire contro l’azienda non tanto per la perdita del lavoro, che ci può anche stare, ma perché è stata lesa la mia dignità di uomo. Nei prossimi giorni, la ditta in questione avrà mie notizie. Inoltre, nei primi giorni di settembre sono stato pure male e i miei referti medici dell’ospedaletto di Pozzallo parlano molto chiaro. Vedremo quello che accadrà”.

Chiaramente sarà tutto da chiarire ed è probabile che di andrà verso un procedimento giudiziario. Se le due signore interessate intendono dire qualcosa su questa vicenda, la nostra redazione è a disposizione.

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12 commenti su ““Cosa fate stasera?” E non gli viene rinnovato il contratto”

  1. Ormai è risaputo che se in palestra, tu uomo, vedi una ragazza che sta per rimanere schiacciata sotto il bilanciere su panca piana, o non riesce più ad alzarlo allo squat è meglio lasciarla lì facendo finta di non aver visto niente.
    Ai più queste mie parole possono sembrare assurde e scandalizzanti, e qualcuno potrà pensare che non c’entra niente con l’articolo… ma chi frequenta palestre sa bene che oggi ogni occasione è buona per far scatenare la nazifemminista o la karen di turno ed è meglio lasciarle lì nel loro mondo.
    “po tintu pati u buoni”, pazienza.

  2. Rimango basita che, per una semplice domanda fatta, la controparte la fraintende, e a causa di ciò, un uomo perde il posto di lavoro!
    Personalmente, penso sia un futile motivo che non giustifica un licenziamento!
    Sperosi possa rimediare a questo malinteso.

  3. Tantoxsdrammatizzare

    È da chiarire il tipo di confidenza che l’uomo aveva con le ragazze. Certo che se sono conoscenti, amici o magari nelle pause del lavoro si è avuto qualche tipo di dialogo che possa fare presupporre una certa conoscenza allora ok, ma se le due ragazze è l’uomo erano completamente estranei è chiaro che la domanda dell’uomo, se pur fatta in buona fede, può essere fraintesa e sembra che ci stia provando…

  4. Calogero Castaldo

    Tantoxsdrammatizzare ah perché uno non può chiedere a persone che lavorano nello stesso stabilimento cosa fanno per la serata (anche se non conoscenti) che si viene subito additati per novelli Pacciani? Questo femminismo forzato ha oggettivamente stufato. Fermo restando che condanno qualsiasi forma di violenza ma mi sembra che si stia oltrepassando il limite… Oramai siamo privi di guardare una donna anche per sbaglio che siamo molestatori seriali della peggiore specie.

  5. Il femminismo è giunto a livelli di lavaggio mentale tipici della psicopatia.
    Queste due fighesecche sono le stesse tipe che si lamentano ” non ci sono più gli uomini di una volta”,salvo che chi le rivolga la parola sia di loro gradimento.
    Per riassumere il tutto dico semplicemente “avete rotto la minkia”!

  6. @Tantoxsdrammatizzare
    Ma perché provarci è un reato? Non si può chiedere un appuntamento ad una ragazza che non si conosce? Poteva chiedere solo se aveva confidenza? Oramai non si può più parlare con delle ragazze se non si conoscono?
    Ma neppure nel medioevo era un problema tanto grave, si che Dante tentò un approccio con Beatrice ma, nessuno pensò mai di denunciarlo… e pensare che Beatrice era anche un poco permalosa, ma fino a questo punto, no.
    Anzi, accettò di buon grado di essere inserita dentro la divina commedia senza batter ciglio.
    Che siamo caduti più in basso del medioevo… e chi lo sà?

  7. Dire che l’uomo li ha avvicinate non va bene.!Sicuramente alla base c”è la conoscenza di lavorare per la stessa azienda e questo giustifica la domanda ingenua, non maliziosa rivolta alle due donne. Le due signore o signorine sono state loro più maliziose e permalose. Al massimo poteva esserci un richiamo verbale… Il licenziamento non ha proporzione. Se il Signore addetto alla custodia avesse avuto morbosità e voler cercare l’approccio, avrebbe rivolto la domanda ad una sola delle due. “Cosa fai stasera” è un modo anche cordiale verso la persona che si ha davanti. Credo che il giudice non abbia dubbi sul reintegro nel posto di lavoro. Le donne con tutte queste parità in campo, non sanno più distinguere e spesso sono vittime di loro stesse, si mancano di rispetto da sole. Si scandalizzano, ma poi confondono la libertà con il libertinismo e si mercificano anche allo sguardo. Ci vuole un recupero di valori.

  8. E’ l’effetto perverso dell’ideologia malata e amplificata dai media del #Me Too. Ricordate il recente caso Rubiales e il “beso”?

  9. In premessa desidero affermare che gli uomini abbiano abusato delle donne per secoli, secondo una concezione impari dei rapporti. Tuttavia, le donne hanno ampiamente manifestato tutto il loro limite, quando – per citare un esempio – esternano di essere state vittime di violenza dopo un periodo ventennale, tenuto tacitamente perché finalizzato a un avanzamento di carriera o per il semplice posto di lavoro. L’esercizio del diritto, dopo vent’anni dall’accadimento, rappresenta il peggio che una donna possa rappresentare di se. Ed è meglio che d’ora in poi taccia per non scadere…

  10. Rubiales e la calciatrice, Casillas e la Carbonero, il tifoso e l”inviata e tanti altri. Questo lavoratore non ha fatto molestie! Cassa di risonanza e amplificazione inutile! Per la serie “mamma ciccu mi tocca…. e poi” toccamiii ci cu….

  11. Perdere un posto di lavoro è sempre un dramma.
    Perderlo per un motivo “apparentemente” banale lo è ancora di più.
    “Apparentemente” banale perché il tono assolutorio unilaterale dell’articolo priva di terzietà una notizia di cronaca.
    Qui si tratta di un contratto non rinnovato, tra i tanti a cui la precarietà nel mondo del lavoro ci ha abituati (“l’uomo è stato allontanato anche per questo assurdo motivo”).
    Penso che, al di là del genere, avvicinare due persone conosciute probabilmente solo perché viste entrare e uscire da un’area comune per chiedere a freddo “cosa fate stasera?” abbia esigue giustificazioni, limitate alla curiosità fine a se stessa o alla sottesa ambiguità.
    La domanda potrebbe assumere un senso se accompagnata, ad esempio, dall’invito spassionato a un evento di pubblico interesse.
    Oggi che le parole in libertà scorrono come fiumi in piena, sarebbe opportuno attribuire loro un senso e un peso, con la consapevolezza di sottrarle all’insipienza e all’inessenziale.
    Qui si giustifica l’autore della domanda e si stigmatizzano le destinatarie, quasi fossero tenute a rispondere a quella curiosità o a lasciar scivolare un intento interpretato come allusivo.
    Tornando al genere – che risente notevolmente della zavorra culturale su maschio e femmina e che per questo ho tenuto prima fuori dal campo della mia osservazione -, cosa si potrebbe pensare o dire (malignamente!?) se ad avvicinare l’operatore di custodia e sorveglianza e a porre quella domanda fossero state le due ragazze?
    Per finire, le parole hanno un senso e un peso anche quando si prendono decisioni aziendali importanti e un responsabile d’azienda, salvo il caso di un provvedimento preconfezionato in attesa dell’occasione giusta, prima di adottare decisioni drastiche può ricorrere a strumenti dissuasivi: un rimprovero verbale, un’ammonizione scritta.
    Ma questo è un altro discorso e le due ragazze non possono essere il capro espiatorio.

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