
(gr) Nelle ultime ore, l’esercito sudanese ha intensificato i bombardamenti contro il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), con l’attacco aereo effettuato in un quartiere a sud di Khartoum, capitale del Paese africano, che ha lasciato sul terreno 40 civili e decine di feriti. Secondo il Comitato di Resistenza locale, il numero delle vittime potrebbe aumentare significativamente a seguito di quello che i media locali hanno definito un vero e proprio “massacro”. In macerie è finito anche l’ospedale pubblico di Bashaer, colpito da reiterati bombardamenti. Scontri che si sono concentrati soprattutto a Khartoum e nel Darfur, dove nelle ultime settimane si è registrata una recrudescenza conflittuale. Le autorità sanitarie hanno lanciato un appello urgente al personale sanitario e alla popolazione di farsi avanti per la donazione di sangue. Secondo un comunicato diffuso da RSF, le forze aeree del leader del Sovrano Consiglio sudanese, generale Abdelfatah al Burhan, “hanno bombardato anche le zone di Haj Yusef al Wahda, a est del Nilo, e i quartieri 7 e 10, causando 13 morti, la maggior parte dei quali bambini. Conflitto tra l’Esercito e la RSF, comandata dal generale Mohamed Hamdane Daglo, iniziato lo scorso 15 aprile. Si stima che finora siano oltre 5.000 le vittime del conflitto, mentre l’ONU avrebbe contato oltre 4,8 milioni di sfollati e rifugiati.