“Intorno al «dovere» degli auguri post-elettorali”. Riceviamo

Modica, Ivana Castello invia una lunga lettera
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La campagna elettorale per le comunali, si è chiusa con una polemica che sento estranea alla mia razionalità. Le poche considerazioni che formulerò, dunque, sono dirette a chi, in buona fede, ha interpretato, pur senza benevolenza, le mie affermazioni e, con esse, il mio diniego ad augurare «buon lavoro» alla neo-eletta sindaco di Modica. Un po’ d’ordine può agevolare la comprensione di quanto sto per dire.

Le posizioni assunte in campagna elettorale dalla Monisteri e da me non possono fraintendersi: io affermo, senza equivoci, che esiste un sistema Abbate e un sistema Castello e che il sistema Abbate si caratterizza per tre fatti sovrabbondanti rispetto ai fini istituzionali del Comune: 1°)ha fatto spendere tanto pubblico denaro per determinarsi un ampio consenso elettorale alle “regionali” (obiettivo improprio ma centrato); 2°)ha determinato un debito pubblico superiore a quello di qualsiasi altro sindaco. Preciso: la formazione del debito non costituisce un obiettivo ma un effetto del perseguimento dell’elezione alle regionali; 3°)avvicina pericolosamente il Comune alla dichiarazione di dissesto finanziario da parte della Corte dei conti.

Tutto questo, ovviamente, è di pubblico dominio e qualunque sia la posizione di taluni cittadini, i documenti non solo li ho presentati nei vari incontri della campagna elettorale, ma sono depositati negli uffici comunali e chiunque ha diritto di chiederli (oltre al dovere di leggerli). Il sistema Castello persegue l’amministrazione della città secondo gli obiettivi di legge e, sino a prova contraria, con esclusione di ogni improprio fine personale. La candidata Monisteri, diversamente, ha più volte dichiarato di voler amministrare il Comune nel rispetto della logica di Abbate e in continuità con essa. Ne deduco, se Abbate ha finalizzato l’amministrazione a fini personali, che anche lei potrebbe farlo; se Abbate ha determinato un enorme debito pubblico, anche lei potrebbe farlo; e, infine, se ciò fosse necessario, potrebbe attrarre il Comune verso la dichiarazione di dissesto. Se così stanno le cose e senza sfiorare manco per sogno i meriti, che naturalmente esistono, della Sindaca, che auguri volete che Le faccia? Ti auguro di fare tanto buon lavoro ripetendo il cammino e perseguendo gli obiettivi di Abbate eretto a tuo modello? Non sarebbe da parte mia contraddittorio?

Se dovessi augurarle buon lavoro per i prossimi cinque anni dovrei aggiungere, senza spirito di polemica, un’avvertenza: cara Monisteri, non metto in dubbio le tue buone intenzioni, ma stai attenta al percorso su cui stai per incamminarti. Perpetuare le scelte di Abbate è pericoloso: per te, per Abbate e per il Comune. Dovrei dunque darle un alt, se lo accetta, che è il contrario di augurarle il classico «buon lavoro». Ma un intervento in tal senso sarebbe incendiario. Tutto sommato ha vinto le elezioni e, per giunta, facendo tre volte il giro intorno ai miei voti.

Premesso questo, è fuor di dubbio che la posizione del neo sindaco non è delle più comode. Sin ora è stata piacevole perché tutto è andato secondo programma grazie all’apporto (significativo) di Ignazio Abbate. I voti dell’ex (formalmente) sindaco sono stati vitali. Le sorti della nuova amministrazione, dunque, dipenderanno da come si evolverà il rapporto tra il deputato regionale e il nuovo sindaco. In questo senso l’augurio di buon lavoro potrebbe starci tutto, ma avrebbe il significato di sperare in un’amministrazione autonoma, indipendente dall’onorevole che rappresenta. Quest’autonomia, però, stando alle stesseparole della Monisteri non sembra l’obiettivo che vuole perseguire avendogià affermato che intende proseguire in continuità col tracciato di Abbate. Nemmeno in tale ipotesi, dunque, gli auguri sembrano trovare un qualche ragionevole significato. Non potrei mai dire che le auguro di continuare nel cammino e con lo spirito che hanno caratterizzato la sindacatura di Abbate. Sarebbe fuori da ogni senso logico e politico.

Il mio rifiuto verso gli auguri di buon lavoro, esecrato da molti, non va inteso come scarso apprezzamento dell’umanità del nuovo sindaco. Sarebbe imperdonabile. La mia storia persegue altri valori e lo testimonia. Sono stata sempre vicina ai deboli e per essi ho lottato e lotterò. Non è un portato dell’educazione. E’ solo che il padreterno mi ha voluta così. Rispondo in questo modo anche a taluni apprezzamenti che l’eletta ha espresso sulla mia persona durante la campagna elettorale, senza che si sia levato alcuno sdegno.

Dunque, se gli auguri dovessero esprimere il desiderio che la signora Monisteri realizzi il lavoro che si ripromette di portare avanti, significherebbe augurarsi un male per la città. In questo senso si spiega anche l’altra espressione che qualcuno ha giudicato inopportuna ovvero “Ha perso la città”. Il senso è chiaro a mio dire ed è stato già da me ampiamente spiegato ma, ribadisco, che quando dico “ha perso la città” intendo che ,visto che colei che andrà ad amministrare non ha come obiettivo il bene della città, per le ragioni che ho già elencato, di conseguenza, la sua vittoria, a mio dire non coincide con quella della città.Ma questo non vuol dire augurare il male alla mia città e non lo augureri mai, piuttosto è un modo, il mio, di voler bene sia alla città, sia a miei antagonisti politici. E che Dio ce la mandi buona. Non si scompongano dunque i competenti avversari: il mio pensiero è questo e, salvo fatti nuovi, difficilmente può cambiare. Non è mio costume indugiare in vuoti formalismi. E seguite attentamente, mi rivolgo ai cittadini disinteressati, il divenire della storia… ché certamente non finisce qui.

Ivana Castello

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