
No, non la metto la sua foto. Perché il gesto di cui si è reso protagonista è inqualificabile. Parlo ovviamente del cantante di cui stanno scrivendo e parlando tutti che non merita ribalte di alcun tipo.
Il punto non è lui ma il gesto in sé emblematico di come si risolve un problema. Se un guasto o un’anomalia tecnica ti danneggia e sei sul palco davanti a quasi 11 milioni di telespettatori, ti fermi e segnali il guasto. A limite, se proprio vuoi fare un gesto eclatante, abbandoni la scena. È successo altre volte, anche a Sanremo, potrà sempre succedere. E invece rifili una raffica di calci alla prima cosa che ti capita a portata di piede, ironia della sorte i fiori di Sanremo, reliquie laiche di un rito decennale.
Ogni anno si discute sul fatto che Sanremo sia o no lo specchio del Paese. Questo episodio conferma quello che credo: Sanremo è lo specchio del Paese. L’Italia delle azioni vandaliche, l’Italia che manca di rispetto dei beni comuni, l’Italia delle soluzioni spicce e spesso violente che non conosce la parola ragione, l’Italia irrispettosa e viziata che confonde successo e licenza di fare quello che ti pare e che l’istinto ti detta.
Questo Paese purtroppo c’è e a Sanremo ieri sera ha trovato logica e esecrabile rappresentazione.
“Sono ragazzi” ha detto lì per lì il bravo Amadeus, mentre il vecchio e saggio Gianni Morandi spazzava via fiori decapitati e fogliame sparso.
Anche questa è l’Italia: mette una pezza su tutto. E toglie i segni di un danno di cui non è responsabile l’intemperante cantante, ma la nostra generazione di cui lui e quelli come lui sono figli.
Gianni Stornello