In difesa dell’ideologia….di Ruben Ricca

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Questa nota doveva essere chiamata “Idee stupide per il consumo di scimpanzé”. Poi ho capito che era un’offesa per gli scimpanzé. La mia intenzione è dimostrare che siamo attraversati da ideologie, influenzati, sottomessi, soggiogati, anche senza rendercene conto, anche negandolo. Il maschilismo, per esempio, è un’ideologia (anche il femminismo) e ammetterai con me, lettore, che a volte non siamo consapevoli del nostro maschilismo.  Il patriarcato è un’altra ideologia, anche se tanta gente non vuole ammetterlo. Negare l’ovvio è stupido (è un’idea stupida per il consumo di scimpanzé) Ricordiamo che il termine “ideologia” è stato creato nel 1796 da Antoine Destutt Marchese de Trace per menzionare il modo di studiare le idee. Nel 1815 pubblicò Elementi di Ideologia che produsse un terremoto in Francia. Napoleone lo perseguita con crudeltà e di Trace dice che “Napoleone preferisce i cannoni alle parole” (oggi si preferisce l’insulto agli argomenti) Trent’anni dopo Marx ed Engels pubblicano “L’ideologia tedesca” un insieme di principi che spiegano il mondo in ogni società in funzione dei suoi mezzi di produzione. Quasi tutte le ideologie nascono da correnti filosofiche e sostenute da un io psicologico interiore. Il Soggetto si oppone all’esterno che si dà come Evento, perché richiede la riflessione individuale. Così dal fatto esteriore si passa alla psicologia, al modo in cui l’individuo prende la realtà e confrontandosi con essa si posiziona a favore o contro. Quindi il nostro destino, nel bene e nel male, è politico. Forse non si tratta di un destino felice, anche se ha un suono eroico, non c’è modo di fuggire da esso. Non c’è modo di sfuggire alla politica come non c’è modo di fare politica senza ideologia. Dire che una città si amministra senza ideologia è una dichiarazione ideologica, è un miraggio per gente distratta. Ci sono due possibilità, o la persona che lo dichiara lo ignora o mente e sa di mentire. Le due opzioni sono nefaste, come nefaste sono i politici che fanno queste dichiarazioni. Il discredito della ragione ha scatenato una guerra tra la verità e la menzogna che dimostra la caduta della nostra immaginazione. Gli Stati Uniti, ad esempio, tradiscono all’estero i presunti valori che difendono nella loro costituzione. In Brasile non c’è il 49% di fascisti, come in Germania nel 1932 non c’erano 13,7 milioni di tedeschi che votavano per i campi di sterminio quando votarono per il partito nazista. La cosa trascendentale è capire che se una parte importante della società non vede un futuro nei partiti democratici, finiscono per votare per coloro che disprezzano la democrazia. E questa è una decisione ideologica. Non è mia intenzione difendere i partiti tradizionali, ma distruggerli è la strada sicura per la dittatura. Alla gente non interessa sapere cosa succede, preferisce essere ingannata e non conoscere la verità. Pensano che sia meglio essere ingannati senza avvertire l’inganno. Abbracciamo quindi il civismo perché lì non c’è ideologia. Scappiamo (e disprezziamo) dai partiti, usciamo come uomini liberi! Ma cosa c’è fuori se non idee? Laclau dice che il fascismo è l’ideologia perfetta perché non ammette nessun’altra ideologia. Dire che non c’è più lotta di classe è un’altra dichiarazione ideologica. Ogni volta che nella storia l’uomo ha negato l’ideologia sono accadute cose terribili. O si invoca l’Uomo con la maiuscola e si mette in funzione la ghigliottina o si chiama l’uomo con la minuscola mentre milioni camminano verso la camera a gas. Siamo anche responsabili della nostra obbedienza. È molto facile dire che qualcosa non funziona, per esempio i partiti politici tradizionali, questo ci esime dal confrontarci con il problema, quanto è facile guardare altrove. Oggi, molti escono per certificare la morte di tutte le ideologie. Niente di più semplice per smentirlo che viaggiare in Francia o in Germania o in Spagna o in Perù o in Brasile, mai le ideologie sono state più vive di ora. Se tu, lettore, volessi organizzare una piccola festa in questa piccola città da cui scrivo dovrai cercare un posto e sceglierlo a differenza di un altro. E cosa motiva questa scelta se non la differenza del gusto, la differenza di classe, la possibilità economica o il sentire di appartenere ad un ambiente e non ad un altro? Anche la scelta della scuola per i tuoi figli è una decisione ideologica. Prevedo già la polemica che risveglierà questa breve nota. Il più auspicabile sarebbe un commento ragionato e argomentato in modo serio e senza cadere nell’opinologia, nella demagogia o nell’aggettivazione inutile e senza convinzione. Infine vorrei mettere in guardia dal pericolo di gridare la morte delle ideologie, è come dire che non c’è Dio e non lo si aspetta.

 

Rubén Ricca (regista e autore)

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