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Confcommercio. Continuano ad aumentare i prezzi su base annua

Manenti: "Per il nostro sistema economico, tutto ciò rappresenta uno shock"
Tempo di lettura: 2 minuti

Livelli analoghi non si registravano da quasi trent’anni. Basti questo per dire l’eccezionalità dei dati preliminari Istat sull’inflazione ad ottobre, aumentata del 3,7% in provincia di Ragusa su base mensile e addirittura del 12,4% su base annua, oltre due punti percentuali in più rispetto a settembre, con i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) che passano da +11,1% a +13,2%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto che salgono da +8,5% a +9,1%. La forte accelerazione rispetto al dato dello stesso mese dello scorso anno si deve soprattutto ai beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%), sia regolamentati (da +47,7% a +62,1%) che non regolamentati (da +41,2% a +79,5%), e in misura minore ai beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), e degli altri beni (da +4% a +4,5%).
Rallentano invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% a +5,1%). In forte crescita i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,7%). “La netta accelerazione registrata ad ottobre dall’inflazione, superiore alle nostre stime – sottolinea il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – rappresenta indubbiamente uno shock per il nostro sistema. In un solo mese si è, infatti, registrata una variazione dei prezzi (+3,7%) analoga a quella rilevata complessivamente tra il 2017 ed il 2021. Le tensioni, che hanno portato a tassi di crescita dei prezzi eccezionali nel comparto energetico, si stanno diffondendo ormai a tutti i settori, principalmente beni di largo consumo. Questa situazione non è purtroppo destinata a registrare modifiche sostanziali nel breve periodo, anche alla luce degli aumenti che si stanno rilevando nelle fasi antecedenti il consumo con i prezzi alla produzione che, a settembre, segnalano un +41,8% su base annua. In questo contesto, anche in provincia di Ragusa, le famiglie hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere l’attuale mix di consumi, essendo costrette a spostare una quota sempre più rilevante del proprio reddito, in riduzione in termini reali, verso le spese di base (energia, alimentazione, eccetera). Alla luce di questa situazione, che potrebbe determinare un netto stop al recupero della domanda per consumi da parte delle famiglie, i timori di una recessione prolungata, che vada oltre il periodo a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, si fanno sempre più concreti. È opportuno ricordare che dall’inizio del 2023 si potrà osservare una riduzione dei costi dell’energia, almeno temporanea, con qualche beneficio sulla dinamica dei prezzi al consumo”.

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