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Giorgia Meloni presidente del Consiglio dei ministri…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Giorgia Meloni è “il” presidente del Consiglio della XIX legislatura. Così ha voluto definirsi la prima donna a ricoprire in Italia un incarico tanto prestigioso nelle istituzioni. E’ significativo che proprio una donna scelga per sé l’articolo al maschile – il presidente – alludendo alla belinata del politicamente corretto che impone la distinzione delle desinenze con riferimento ai generi. Se questo è femminismo è povera cosa e perpetua il conflitto che si vuole latente tra maschi e femmine, perché prescinde dal merito e si focalizza sull’eterna questione della sudditanza della donna. Allora ci si appende alle quote rosa come approdo a una parvenza di pariteticità che si dimostra con i fatti. Così i progressisti che non sono riusciti a mandare nei posti del potere che conta nessuna loro rappresentanza femminile. Ci riesce invece benissimo  la destra. Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, Christine Lagarde, presidente della Banca centrale, nonché la ex cancelliera tedesca Angela Merkel e risalendo indietro nel tempo la lady di ferro britannica, Margaret Thatcher, tutte donne di potere, di cultura e provenienza conservatrice. Quote rosa o no, ciò che conta è il merito. Non vi è dubbio che Giorgia Meloni  sia l’artefice del proprio successo: da una percentuale di consenso minima è riuscita a portare FdI al 25% e alla guida del paese, non per cooptazione né per gentile concessione di un uomo. Paziente, determinata, prudente, senza scheletri nell’armadio, cosa rara, il neo-presidente del Consiglio sarà sottoposta al vaglio nazionale e internazionale. Da dichiarazioni precedenti alla vittoria della destra-centro a oggi, è possibile farsi un’idea di come Meloni guiderà il paese, non è un azzardo dire che lo farà in continuità con il governo precedente nei dossier più importanti, il Pnrr e il sostegno all’Ucraina. Ma sono molte le sfide che dovrà affrontare e la lunga conversazione avuta con Draghi, prima del rito della campanella che ha plasticamente evidenziato la cordialità del rapporto, sta ad indicare che Meloni non deraglierà dalla traiettoria segnata dal suo predecessore. Innanzi tutto le relazioni con i partner europei che vanno consolidate perché sempre più intrecciati e interdipendenti sono i destini degli stati dell’Unione, le sanzioni alla Russia, la questione del gas, l’ultimo servizio all’Italia reso da Draghi che ha preteso che le conclusioni dell’incontro a Bruxelles fossero messe nero su bianco perché ad esse si dia seguito senza retrocessioni e ripensamenti, il sostegno incondizionato all’Ucraina, su cui Draghi per primo è riuscito a sensibilizzare gli omologhi europei. A questo proposito, Giorgia Meloni ha confermato con forza quella linea, assicurando il presidente Zelensky che è stato il primo a complimentarsi con lei e ringraziarla. Dall’opposizione alla guida del governo, il presidente Meloni dovrà però conciliare il sovranismo con l’europeismo e il risultato sarà tanto migliore quanto più sarà incoerente con se stessa e in grado di affrontare con fermezza e mettere all’angolo le forze centrifughe e le insidie populiste che cercheranno di avere il sopravvento. Il governo Draghi  è un lascito e un patrimonio di credibilità assai rilevante, speriamo non lo bruci. Auguri presidente!

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13 commenti su “Giorgia Meloni presidente del Consiglio dei ministri…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Gli italiani hanno votato Meloni pensando ad un cambiamento, dalla linea dittatoriale Europeista, e della Nato, che non ha più motivo di esistere, se non per creare guerre come pensava Pertini. Infatti così è stato con la guerra in Ucraina. Si è cambiato solo il nome, da Draghi, a Meloni, ma la linea è sempre quella, faremo la fine della Libia. Gli Stati hanno perso la propria sovranità, ed è un fatto gravissimo. Questa Europa così com’è fatta, come pure la Nato, sarà la nostra rovina. Un suicidio. Ormai votare non serve a nulla. Si scambiano le poltrone tra di “Loro” con un unico pensiero che è uguale in qualsiasi colore politico. Ce ne accorgeremo solo dopo la catastrofe. Bisogna uscire da questa Europa dittatoriale, o sarà la fine.

  2. Vincenzo - cip

    Pochi minuti fà ho visto in televisione una sintesi degli attacchi fatti nei mesi scorsi dalla Meloni alla Francia, accusando i nostri cugini d’oltralpe di tutto… e ieri tutta bella e sorridente si fa fotografare con Macron. Dovrebbe vergognarsi innanzi tutto lei, e poi gli italiani che l’hanno votata.
    Che brutto paese il nostro, i populisti politicanti che sputano veleno contro tutti, anche Giggino Di Majo con Dibbattista andarono in Francia (Giggino era anche ministro) per rompere i gabbasisi a Macron e poi diventato ministro degli esteri andò a scusarsi.
    Questa gente è il peggio del peggio, non si può fare politica in questo modo e la gente che poi li vota è incommentabile.
    Giorgia, vada a dirgliele in faccia a Macron tutte le sciocchezze e le rabbiose invettive contro la Francia, vada a raccontare a Macron tutte le accuse che ha fatto, ci faccia vedere il suo fegato.
    Ma lei non ha ne’ fegato e ne’ buonsenso.
    Ieri, più che mai ha distrutto ancora una volta l’immagine dell’Italia nel Mondo, gente come questa non dovrebbe mai governare un paese serio, e l’Italia non lo è un paese serio. Vergogna.
    Scusandomi nei confronti di chi ha votato questa gente, saluto ed auguro buon pomeriggio a tutti.

  3. Da osservatrice più ancora che da elettrice, ho votato per Azione, aspetto di vedere cosa Giorgia Meloni farà, quanto riuscirà a ribaltare dichiarazioni e affermazioni del passato recente e meno recente, se si muoverà all’interno e lungo il percorso segnato da Draghi, che in Europa si è distinto dai suoi omologhi per chiarezza, fermezza e convinto spirito europeista e atlantista. Il momento è delicato e rischioso per l’Occidente che deve essere unito contro la sfida lanciata dai nuovi imperi: Russia, Cina, Iran e da un signore che tiene disinvoltamente il piede in due staffe, Erdogan. Le parole contano poco se i fatti le smentiscono, il discorso à la Vox lascia il tempo che trova se Meloni, fuori dalla propaganda che è sempre sopra le righe e urlata, dimostrerà che “verba volant”. Anche Draghi disse di Erdogan: “E’ un dittatore”, ma aggiunse che bisogna parlare anche con i dittatori quando serve. Se Macron è passato sopra il viaggetto in van di Di Maio e compare corsi in aiuto dei gilet gialli (dopo aver soppesato la coppia deve aver concluso che le pagliacciate hanno vita breve) dobbiamo dare per scontato che le accuse di Meloni, ora presidente del Consiglio di un paese alleato, sono state dimenticate. Le priorità oggi sono altre.

  4. Ho letto con attenzione il commento di Vincenzo e quello della signora Faletti, e poi mi trovo Enzo che non sa che scrivere, è tutto al di sopra della sua comprensione. Pazienza Enzo, siete in tanti fatti così e si vede perfettamente dalla direzione che ha l’Italia.
    Quando poi si riesce a maturare con umiltà si comprendono le cose e non ci sarà spazio per le banalità.

  5. Porti pazienza Pippo.
    Sto studiando per cercare di capire, ho veramente difficoltà.
    Vorrei essere bravo come lei, ma purtroppo non ci riesco.

  6. Ancora a elogiare Draghi? Guardate che la sinistra ha perso voti, per andare dietro a Draghi. Gli italiani non amano Draghi, come neppure la fornitura di armi all’Ucraina. l’Ucraina non appartiene alla Nato, interessa agli americani? Ci vadano loro a combattere e fornire armi. Draghi, Von der Layen, Blinken, Stoltemberg, hanno portato macerie e morte in Ucraina, come in Europa. Non credete alle false informazioni. Il gas sta scendendo perché è scesa la richiesta, non per gli accordi di Bruxelles fatti da Draghi. Siamo nei guai seri!! Chiuderanno tutti!! Impossibile andare avanti. Ci sono pensionati di quattrocento euro, con bollette da cinquecento euro. Ma vivete su Marte? Ci sono bar con bollette da diecimila euro, poi aggiungi, pagare il personale, con tutte le altre tasse. Ormai l’hanno capito tutti com’è la storia………!! Ancora aspetto la fornitura di armi ai palestinesi, sono settant’anni che subiscono l’occupazione di Israele.

  7. Vincenzo - cip

    Pippo, lasci stare i galletti che si sentono furbi. Ne troverà sempre, non hanno idee e fanno i burloni, sono anche divertenti. Grazie Enzo, per il suo contributo, lei lenisce tutte le acidità, è come la citrosodina e noi ne siamo felici.

  8. Contribuire alle vostre litanie è troppo impegnativo per gente che non capisce nulla.
    Mi sento veramente fortunato di accrescere la mia comprensione grazie ai vostri scritti e magari con qualche decennio di apprendimento sarò in grado di esporre un mio pensiero a voi gradito.

  9. Enzo, ancora non ha visto niente, vedrà quante litanie dovrà sentire e leggere, la vita è difficile per i populisti in tempi come questi.
    Ma lei è forte e robusto e ce la può fare. Eppure mi sembra più acido lei che altri, chissà se sia un problema grave, stia accorto e gaviscon a strafottere e tutto le passerà.

  10. Giovanniclmb@gmail.co

    Chi fa fa chi non fa insegna , per I pronipoti dei comunisti a stipendio fisso qualcuno che lavora e si da da fare è una minaccia potrebbe porre fine alla carriera di tanti lavativi che vivono come parassiti sul corpo formato dell’Italia produttiva quindi fuoco e fiamme e veleno ,non avendo capacità di fare altro.

  11. Una evoluzione dei comunisti a stipendio fisso sono i furbetti percettori del rdc, coloro che si fingono poveri con smartphone e tv 70 pollici, che preferiscono fare ciò che vogliono e rifiutano il lavoro perchè è meglio il lavoro in nero sovrapagato poichè non si trova più nessuno disposto a lavorare. E se tu fai notare questo, ti dicono che te la prendi con i poveri.
    Ma i poveri che non possono lavorare, gli anziani che non hanno nulla e ricevono pensioni indegne devono essere aiutati eccome se devono essere aiutati, ma ripulite il tutto dai fannulloni.
    Ora, vedo chi si è fatto la campagna elettorale ed ha avuto grossi riscontri in certe zone dell’Italia particolari.
    Viva il reddito di cittadinanza per chi ne ha veramente bisogno.

  12. Forse voleva scrivere “chi sa fa e chi non sa insegna”
    Ossia: si insegna con l’esempio e non si dispensa conoscenza a sproposito.

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