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Salvini vs Meloni…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Del Pd poco c’è da dire se non che inizierà una lunga fase di riflessione sul “chi siamo”, “dove andiamo”, che rimarrà senza risposta e si concluderà con il congresso, vecchia soluzione dopo ogni sconfitta elettorale. Enrico Letta non si ricandiderà alla guida del partito, riconoscendo la responsabilità di una campagna tutta incentrata sull’antifascismo a 77 anni dalla caduta del Regime. Un tema inossidabile per riempire il vuoto di idee. Affranti per la vittoria di Giorgia, le Ferragni, le Ferillo i Maneskin, preoccupatissimi i conduttori e le conduttrici dei talk show de sinistra, i direttori dei giornali blasonati, i democratici per definizione che ogni giorno chiedevano alla Meloni di fornire una prova evidente di antifascismo, di rinnegare la fiamma, di giurare che la 194 non sarà toccata. Come se alla maggior parte del Paese interessasse la quota di fascismo che alberga nel cuore della Giorgia, cristiana, madre e patriota. Nel Partito democratico le divisioni interne si acuiscono e già si intravedono migrazioni e alleanze future. Il M5s di Conte è l’approdo auspicato dai più sofisticati intellò che seguono il Bettini pensiero e la sua nuova cosa rossa, dai passatisti alla Bersani, dagli opportunisti alla Emiliano. “I veri progressisti siamo noi” ha detto Conte, appropriandosi del progressismo come il cuculo del nido altrui, forte del successo nelle regioni del sud grazie al reddito di cittadinanza. Tira aria di riavvicinamento come si capisce dalle mezze frasi di sindaci piddini e dalle affermazioni di meno evoluti elettori dei Cinque stelle per i quali sarebbe sufficiente un cambio alla segreteria del Pd per ripristinare l’alleanza Pd-M5s. Commenti e valutazioni da parte degli sconfitti sono tristemente scontati: l’opposizione al nuovo governo sarà dura e costruttiva, gli italiani non hanno votato come avrebbero dovuto, gli italiani sono intelligenti se votano per la sinistra, agli altri è già tanto se si concede il diritto di voto. Noi siamo i buoni, gli altri i cattivi. Moralismo e paternalismo si mescolano nel post voto della chiacchiera senza sostanza. Giorgia Meloni ha vinto.  Le perplessità che certe sue dichiarazioni suscitano troveranno conferma o saranno smentite dai fatti. Se avesse vinto il Pd nessuno si darebbe domandato il perché e non credo di sbagliare se ritengo che più che la novità, sia stato il comportamento della leader di FdI a piacere. La coerenza, la preparazione, lo studio e l’esperienza di anni di politica, il carattere tenace e sanguigno, che fa scomparire lo stile esangue di un Cuperlo. Sarà in grado di governare in un momento così difficile? Seguirà la traccia lasciata in eredità da Draghi con il quale si dice abbia un filo diretto? Riuscirà a tenere Salvini lontano dai ministeri più importanti, assegnandogli l’Agricoltura? All’uomo del trattore e della ruspa andrebbe perfetto. O preferirà invece tenerselo vicino per controllarlo meglio dandogli la vice presidenza?  Il grande sconfitto che pretende il Viminale, “Non lo voglio, è filorusso”, ha detto Meloni, è ambiguo e cerca la vendetta. “A Giorgia gliela farò vedere io”.  Confermato segretario del partito al Congresso federale, Salvini sa che i governatori del nord gli darebbero volentieri il benservito, Maroni ha chiesto un cambio, la Lega non è andata mai così male. Nel centro destra, che è maggioranza assoluta nel Paese, Salvini è l’unico responsabile del  9  per cento del partito più vecchio e più radicato al nord, dove governa da 35 anni. Nel 1987 nasceva a Magenta il movimento autonomista Lega Lombarda, il 25 settembre 2022 è morto nelle urne l’entusiasmo per Salvini. I commenti di tanti delusi in occasione del tradizionale raduno di Pontida non hanno smentito le fosche previsioni. Ma di parlare di responsabilità il leghista neanche si sogna, della propria inabilità neanche. Da tutto il Salvini trapela il Salvini rozzo, estremista e inaffidabile. L’unica forma di fedeltà di cui Salvini si è dimostrato capace è al Salvini di governo e di opposizione, al Salvini sovversivo e populista, che se ne infischia di confrontarsi con la realtà, difficile da accettare per chi opta per la narrazione a proprio vantaggio e non arretra di fronte al rischio che le promesse in cambio di voti affosserebbero il Paese. Arraffatore che ha scambiato Bruxelles per un bancomat, pronto allo scostamento di bilancio, pronto a riallacciare i rapporti mai interrotti con Putin, in lui è l’ “anti” a prevalere. L’abbraccio con il popolo è più importante del possibile, il primitivismo si concilia con il popolo chiassoso e querulo dei diritti senza i doveri, con l’irrazionalità dell’istinto, la negligenza nel metodo contro la disciplina del merito. Dentro il governo Draghi ma con insofferenza, Salvini è stato fin dall’inizio il sabotatore potenziale nonostante l’invito alla cautela di Giorgetti da cui lo separa una distanza siderale, o di uno Zaia o di un Fedriga, i governatori fatti di tutt’altra pasta e dotati di ben altra intelligenza. Salvini, il venditore dell’usato insicuro, è stato bocciato dal suo popolo. “Sono andato a letto incazzato, ma mi sono svegliato più combattivo di prima”, ha detto. Incazzato con chi? Con il governo che non era “il suo”. Ma gli errori sono tutti suoi, l’esperienza non gli ha insegnato nulla, non ha capito che un partito non è una proprietà personale, che l’irresponsabilità prima o poi la paghi. La vittoria è andata a chi ha fatto cadere il governo, ha detto, al suo ex alleato, al M5s di Conte, con cui era in sintonia. Da Salvini Meloni dovrà guardarsi.

 

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7 commenti su “Salvini vs Meloni…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Vincenzo - cip

    Il PD si avvia verso la riconferma di Letta come segretario, come voler dire, si va verso la distruzione e l’accorpamento del partito democratico senza diritto di parola all’interno del cinque stelle… nessuno era riuscito in questo da sempre,
    Letta è in dirittura di arrivo… si apriranno le praterie del centro di Calenda e Renzi ad accogliere chi non accetterà questo scempio.

  2. così parlò Calenda su Renzi appena un anno fa: “il suo modo di fare politica mi fa orrore”.
    Mi potrebbe gentilmente spiegare come questi due fuoriusciti dal Partito Democratico dovrebbero attrarre altri voti a Destra e Sinistra?

  3. @Vincenzo
    Tramontata purtroppo per il Pd la possibilità di ridefinire la propria identità con un leader degno di questo nome: Bonaccini. Imboccata la china, l’abbraccio mortale con Conte e l’irrilevanza sono il destino di un partito che ha definitivamente rinunciato a lottare. Chi ne trarrà benficio? Calenda e Renzi, che dopo il voto sono saliti all’8,2%.

  4. Drugo, ma non servono spiegazioni, se il PD non sa da che parte stare, se scegliere di stare con i comunisti oppure con i moderati, allora lei cosa pensa che potranno mai fare gli elettori del PD? Vediamo se ci arriva, le ipotesi a sinistra sono due: 1) si uniscono con chi li aveva definiti il partito di Bibbiano e con i comunisti che brancolavano fra il 2% ed il 3% tutti assieme ammesso che mai si potranno unificare, considerando che attualmente sono una decina di micropartitini, fra i quali Fratojanni e signora (partito a conduzione familiare per l’esattezza); oppure 2) si avvicinano ai moderati di centro sinistra che, in qualche modo hanno qualche idea alternativa alla destra.
    Probabilmente opterà per l’opzione 1), è troppo bello un partito di comunisti populisti, quelli che renderanno felici tutti, potremo lasciare questo sporco lavoro e avremo il “giusto” reddito di cittadinanza.
    Eventualmente potrà votare a destra, fra berlusconiani, leghisti e destra di Fratelli d’Italia.

  5. Vincenzo - cip

    Non riesco a capacitarmi, il PD si è accompagnato con questa gente, il peggio della politica italiana, e non solo Giggino, ma anche Conte ed altri.
    Di Majo, Zingaretti e Letta si dovrebbero vergognare, questo era il tenore degli insulti di Giggino che poi è stato candidato (il diritto di tribuna dicevano, ancora vergogna per quello che è stato fatto) dallo stesso PD alla faccia di tanti giovani che sono nati e cresciti in un partito che era serio ed ora è stato ridicolizzato dal peggiore populismo.
    E con questi alleati vorrebbero fare l’opposizione alla Meloni?
    Ancora in molti sono rimasti abbagliati da Conte, ma che vergogna, non si possono più ascoltare certe cose… e se proprio il PD vuole allearsi con queste persone (naturalmente non Di Maio, il quale si è estinto definitivamente), credo seriamente siamo alla fine del PD, purtroppo.
    Scusate lo sfogo, ma non riesco a risentire tutti questi insulti gratuiti.
    https://www.youtube.com/watch?v=1XpWLUH9zB8

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