
Gruppi fondamentalisti honduregni hanno categoricamente rigettato la richiesta avanzata della comunità LGTBIQ+ di voler partecipare alle sfilate patriottiche organizzate dal Ministero dell’Istruzione, nell’ambito del 201° anniversario dell’emancipazione politica nel Paese centroamericano. Le azioni di rifiuto dei fondamentalisti si susseguono da diverse settimane, da quando hanno iniziato a circolare messaggi omofobici dopo la pubblicazione di un comunicato dell’Associazione dei Pastori dell’Honduras, decisamente contraria alla partecipazione al corteo da quella che viene considerata una comunità indecorosa. Il ministro della Cultura, Anarella Velez, ha definito un’aberrazione che in un momento in cui è in atto la narrazione della difesa dei diritti umani, ci siano persone che invitano all’esclusione e all’odio contro i soggetti che hanno altre opzioni sessuali”. Da parte sua, il capo dell’Educazione honduregna, Daniel Sponda, ha indicato che il suo settore ha organizzato “la sfilata che obbedisce al protocollo del Ministero dell’Istruzione”. Per anni, la comunità honduregna LGTBIQ+ ha solitamente sfilato il 15 settembre in manifestazioni diverse a quelle ufficiali organizzati dal Ministero dell’Istruzione. Pertanto, il governo honduregno si trova a fronteggiare due opposte fazioni: le mobilitazioni contrarie dei fondamentalisti e una parte dei centri educativi, e un’altra da parte dei settori sociali e popolari favorevoli e basata sull’inclusione.












