
Le autorità pakistane hanno dichiarato l’emergenza nazionale a causa delle gravi inondazioni causate dalle piogge monsoniche, che finora hanno mietuto poco meno di mille persone. A tal proposito, il ministro federale, Sherry Rehman, ha descritto che si tratta di un “disastro umanitario di proporzioni epiche indotto dal clima”, sottolineando che circa 30 milioni di persone sono rimaste senza casa. Il funzionario, che ha lanciato un appello di aiuto alle comunità internazionali, ha affermato che è “la crisi principale in Pakistan in questo momento sono le migliaia di persone senzatetto, isolate e senza cibo.” Il ministro ha sottolineato che le piogge incessanti significano che “non abbiamo tempo per nient’altro che per le operazioni di soccorso, attraverso le quali sono state evacuate circa 40.000 persone”. Allo stesso tempo, Rehman ha spiegato che queste precipitazioni rappresentano un aumento del 241 per cento rispetto alla media riferita al mese di agosto. Tuttavia, in province come il Sindh (sud) le precipitazioni sono aumentate del 784 per cento. Da parte sua, l’Autorità nazionale per la gestione dei disastri del Pakistan ha confermato che 937 persone sono morte a causa delle inondazioni, di cui 34 segnalate oggi. L’agenzia ha sottolineato che la provincia del Sindh registra il maggior numero di vittime, 306, che hanno perso la vita a causa delle piogge monsoniche iniziate il 14 giugno scorso.