
La Cgil torna sugli stipendi non erogati ai lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa, oramai allo stremo. I dipendenti vanno pagati tutti. “Tutti, anche quelli appartenenti ad altra tipologia, anche si trattasse dell’ultimo precario -dice Salvatore Terranova, Segretario generale Flai Cgil Ragusa- . Non ci va più che si adotti il metodo di pagare chi ha più diritti e si lascia indietro chi ancora non li ha tutti e per questo non è stato riconosciuto a tutti gli effetti dipendente in pianta stabile.
Non è un bel modello. Ed è il modello, invece, prevalente al Consorzio di bonifica di Ragusa e non da ora, che non può più essere accettato ne condiviso.
Non vogliamo intaccare i diritti di coloro che sono dipendenti di ruolo, i quali hanno tutta la nostra solidarietà per il fatto che anche loro devono ricevere stipendi arretrati e non intendiamo né mai abbiamo chiesto di utilizzare il contributo che per loro giunge dalla Regione siciliana per altri lavoratori, ma al Direttore chiediamo di trovare il modo di individuare gli strumenti per pagare gli altri lavoratori, che assolvono quotidianamente i loro compiti, ma ottengono saltuariamente la retribuzione. Gli chiediamo di fare in modo di allineare il pagamento delle retribuzioni di tutte le diverse tipologie di dipendenti.
Ecco, questo è il punto. Il Direttore, che se ne sta rintanato a Catania e solo saltuariamente lo si vede nella sede di Ragusa, avrebbe dovuto affrontare questo problema, sforzandosi di trovare una soluzione possibile, di costruire un piano atto a ridurre almeno questi ritardi nei pagamenti e questo disallineamento tra dipendenti.
Da che è Direttore non abbiamo scorto alcun tentativo di cambiare rotta, se non quello di chiedere prestiti alle banche e aumentare le anticipazioni di cassa, anche temporanee, per pagare qualche mensilità e nulla più. Intanto chi lavora, perché ha meno diritti, si trova a non ricevere il compenso retributivo per molti mesi.
Noi pensiamo che sia possibile ridurre notevolmente queste discrepanze di trattamento tra dipendenti solo se si recupera un mimimo di controllo sul lato della spesa e si organizza meglio quello delle entrate nell’ambito delle gestione del bilancio.
Ne su l’uno ne sull’altro aspetto – prosegue il sindacalista – , ci sembra si sia voluto avviare una tenace attività di controllo e di monitoraggio. Probabilmente anche questo contribuisce a determinare queste distorsioni nei pagamenti delle retribuzioni e vediamo sempre più un ente sopraffatto dai debiti.
Questo abbiamo chiesto da tempo, ma la nostra richiesta è stata sin qui inascoltata. Certo mon possiamo far passare inosservata la responsabilità della politica, che congelando di anno in anno i tributi che spetterebbe di pagare agli utenti, in primis chi usufruisce dell’acqua, di fatto ha determinato una voragine nel bilancio.
Ma non va taciuto che qui non si riesce a recuperare le entrate che sarebbe agevole portare in cassa, che sarebbero di aiuto.
La realtà – conclude Terranova – è che i consorzi devono restare così, strumenti sgangherati al servizio di qualcuno, perché solo così si può giustificare chi non paga i tributi, la politica ne preleva il consenso e c’e chi manovra il tutto”.