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Cna. Forti rincari dei costi, panificatori iblei in allarme

"Complicato mantenere gli assetti e gli organici attuali se va avanti così"
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I panificatori iblei lanciano l’allarme. Molti i fattori che preoccupano come denuncia il presidente dei panificatori della Cna territoriale di Ragusa, Vincenzo Asta. “Quello che ci crea più angoscia, in questo momento – dice – è sicuramente il rincaro del costo dell’energia, elettricità e gas, con aumenti che variano dal 40 al 50% sul fronte dei rialzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A questo, ovviamente, va aggiunto, ed è sotto gli occhi di tutti, un aumento continuo dei prezzi delle materie prime a cominciare, soprattutto per quel che ci riguarda, la farina che, in alcuni casi, registra incrementi del 70-75%. Cosa comporta tutto ciò? I colleghi mi dicono che hanno difficoltà a mantenere lo status quo per quanto riguarda l’organico. E quindi si dovranno necessariamente studiare soluzioni alternative. Se a questo si aggiunge una tendenza irreversibile che, ormai, da dieci anni a questa parte, vede ridotto il consumo pro capite del pane di almeno il 50%, si avrà netta la percezione della gravità della situazione per l’intero comparto. Ed è davvero un peccato perché il settore del pane artigianale era uscito in qualche modo bene dalla crisi del Covid nel senso che la clientela comprendeva l’importanza di consumare pane fresco, pane di qualità, fatto con materie prime garantite, certificate, quindi un pane come dire sempre a basso contenuto di glutine e ricco di fibre al contrario, invece, di un pane che magari, molto spesso, si trova sui banchi della Gdo”.
Il presidente Asta, insomma, ha avuto modo di raccogliere il grido d’allarme dei panificatori iblei e, ascoltando le rimostranze di ciascuno di loro, è riuscito a fare un interessante lavoro di sintesi. “Siamo fortemente preoccupati – dicono il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono, con il segretario Carmelo Caccamo, anche nella qualità di responsabile agroalimentare dell’associazione di categoria – perché rispetto al grido d’allarme di tante categorie (stavolta i panificatori, prima i ristoratori, per non parlare degli edili che non riescono a sbloccare i crediti nei cassetti fiscali), non ci sono delle risposte concrete né dalla Regione che appare pietrificata rispetto a queste dinamiche né tanto meno al livello del Governo nazionale dove addirittura assistiamo ad uno spettacolo indecoroso come quello che è avvenuto in questi ultimi giorni al Senato. Invece di dare risposte alle imprese e ai cittadini si è deciso di occuparsi di campagna elettorale. Tutto ciò è insostenibile. Con il carburante alle stelle, gas ed energia elettrica che fanno segnare numeri da record, ci chiediamo: quanto potranno durare famiglie e imprese?”.

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