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Meli: “Abbate sarà riferimento per territorio alla Regione”

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“L’Udc ha già scelto il suo candidato alle prossime elezioni regionali per la provincia di Ragusa e Ignazio Abbate ha già ufficialmente iniziato la sua campagna elettorale tracciando le linee guida in un programma ben articolato che mostra maturità e responsabilità politica”.

Lo precisa Silvio Meli, Coordinatore Provincisle Udc Ragusa a chiarimento delle dichiarazioni rese al quotidiano La Sicilia dal segretario regionale di Lega Sicilia-Prima l’Italia, Nino Minardo.

La lista unica non è un nostro progetto e non vogliamo alimentare sterili dibattiti.

“Il nostro Partito -aggiunge Meli – è abituato da sempre alle competizioni elettorali che sono il seme della vera democrazia!”

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7 commenti su “Meli: “Abbate sarà riferimento per territorio alla Regione””

  1. È iniziata la battaglia, chissà se ci sarà un vincitore ma di sicuro ci saranno dei perdenti : i cittadini ragusani.

  2. Quindi riconoscete che questa non è la vera democrazia!
    Indirettamente dite che abbiamo una democrazia totalitaria.

  3. In Italia esiste la possibilità che la democrazia non sia così? Ma se i partiti già hanno difficoltà a trovare i rappresentanti per partecipare alle elezioni, figuriamoci altri sistemi.
    Qualche comico aveva messo in funzione la democrazia diretta, poi abbiamo visto come è finita, e non parliamo del controllo di garanti.
    Almeno la gente può votare, capisco che qualcuno vorrebbe la monarchia o un padrone tipo Putin, ma in Italia non è così, fortunatamente.

  4. ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI, GIA’ DA ORA SI VEDE IL FERMENTO ACIDO, FARANNO DEL TUTTO PER INSERIRE TANTI PERSONAGGI “APPETIBILI” MA CHE ALLA FINE A CAUSA DELLA DISPERSIONE DEI VOTI (PER LA GRANDE OFFERTA DISPONIBILE) NON VERRA’ ELETTO NESSUNO CON I SANI PRINCIPI DELLA POLITICA, MA SICURAMENTE DEI LECCA….O PER I POR.. COMODI DI PERSONAGGI POCO O PER NIENTE SPECCHIATI.

  5. Vorrei ricordare che il meccanismo elettorale siciliano è ancora – e per fortuna – all’antica: i seggi sono determinati dai voti dati alle liste e assegnati singolarmente con le buone, vecchie preferenze. In ultima analisi: “cu àvi beḍḍa facci si marita”.
    Ecco il motivo per cui tale meccanismo è inviso alle segreterie, le quali possono solo scegliere la rosa di candidati delle singole liste provinciali ma non possono stabilire a priori quanti voti e se il candidato del cuore sarà eletto.
    Sarebbe auspicabile, per la “vera democrazia”, che anche il sistema elettorale nazionale reintroducesse quanto meno le preferenze, che potrebbero riportare un po’ di elettori alle urne. I piagnistei post elettorali ipocriti sulla scarsa partecipazione cui assistiamo ogni volta potrebbero finalmente finire.

  6. Verissimo quello che scrive il sig. Paolo Oddo, oggi serve sicuramente il voto di preferenza e un sistema proporzionale, proprio come avveniva nella prima repubblica. Se non vado errato, le preferenze furono abolite con il “porcellum” relatore il senatore Calderoli (Lega), oggi questo assurdo meccanismo ha fatto si che la gente non vada più a votare non potendo scegliere la persona voluta. Anche il proporzionale che doveva essere soppiantato dal sistema maggioritario è stato affossato con il no al referendum del 2016, che di fatto decretò il ritorno al proporzionale, oggi ancora non attuato.
    Il proporzionale farebbe scegliere ad ogni elettore il partito più congeniale.

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