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Investì e uccise due cuginetti vittoriesi. Lascia il carcere

Tempo di lettura: 2 minuti

«E’ incredibile. Siamo senza parole . Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla strage che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Non ci possiamo pensare. E’ questa la giustizia che lo Stato italiano riconosce a noi genitori? Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perchè, altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita. «Siamo distrutti, ma che giustizia è questa? E’ uno schifo. Si chiama “ingiustizia”, non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte riducendoli a poltiglia, è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l’ergastolo».
A denunciare all’AGI, con parole piene di rabbia, sono Alessandro e Tony D’Antonio, genitori dei piccoli Alessio e Simone, uccisi l’11 luglio del 2019 a Vittoria. Quella sera i due bambini erano seduti sullo scalino della porta di casa quando, una macchina a tutta velocità, li travolse. La macchina era guidata da Rosario Greco, figlio del boss Emanuele e gli altri tre passeggeri (fra cui un altro figlio di boss, Angelo Ventura) scapparono.

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14 commenti su “Investì e uccise due cuginetti vittoriesi. Lascia il carcere”

  1. La giustizia italiana punisce i deboli ed esalta gli assassini, spero che i giovani abbandonino questo paese distrutto e affossato da politici e magistrati.

  2. Questa è ITALIA. Lo stato italiano rappresentato dalla Giustizia(??????) Italiana autorizza chiunque ad uccidere due anime innocenti. (La legge non è uguale per tutti) Anzi non c’è mai stata GIUSTIZIA.

  3. Ecco come funziona la giustizia italiana. Eccola la nostra Repubblica. Se l’uomo veniva linciato dai genitori sul posto, apriti cielo. VERGOGNA. La legge in Italia protegge i delinquenti, e bastona gli onesti. Godetevi i teatrini, e comparsate.

  4. Giovanni Savarino

    Ai politici che, come al solito, si stracceranno le vesti chiedo, prima che lancino i soliti commenti scandalizzati, di dire quali concrete proposte hanno prodotto per evitare che queste cose accadano. Se, come immagino, non sono andati oltre le chiacchere, almeno tacciano.

  5. E poi ricordano Falcone e Borsellino con comparsate e teatrini degni di loro. E i compari intellettuali? Che fanno? Non commentano? L’altro ieri un INTELLETTUALE che commenta su questo blog si godeva il teatrino a Roma….. Scrivendo rosicate ignoranti. VADA A DIRLO AI GENITORI DI QUEI RAGAZZINI. (………….)!

  6. «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti.»
    Questa è la frase scritta quando hanno ammazzato il Giudice Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le loro scorte, prima isolati da tutto e da tutti, poi infangati e denigrati e poi ammazzati da chi si sa però la verità non verrà mai alla luce certo non quella che vogliono far passaree e imbambolare tutti. L’unica cosa che posso aggiungere è che non è morta solo la Palermo onesta ma la Sicilia e l’intera Italia onesta. Ormai c’è solo il crimine che prolifera sotto tutti i punti di vista da quello dei cosiddetti “colletti bianchi”, ai quello delle “armi”, traffico di droga, usura e quello più orripilante di neonati e organi ecc…. “Viva” questa ipocrita “repubblica democratica italiana” in cui non c’è mai un colpevole anzi per colpevoli vengono fatte passere le vittime. Come la cassazione della min….. che praticamente ha dato la colpa ai cuginetti che la colpa è stato loro perché stavano seduti fuori sul marciapiede o sui gradoni della propria casa.
    Poi chiedono di votare per il referendum sulla “giustizia” ma andate a fare nel …. il solito specchietto per le allodole per far credere che a decidere è il popolo quando si sa che dalla notte dei tempi chi decide è sempre che è incollato alle fottutissime poltrone.

  7. @Francesco
    ‘’’
    ….Ma la genti signori mei da sira avia lasciato le finestre aperte picchè avea fatto caldo da iurnata ed erano assettati inta tavola chi si preparaa pi manciare, cu vivea , cu si taliava a televisione , quando tutti insieme intisimo chisti spari affacciare ma quando iddi capirono chiddo ca era successo subito chiusero i persiane e si barricano dintra a casa e pensano ora arriere in palermo succede l’assietto di guerra e si cominciano a sentire sirene e machine da polizia ca curreavano una a presso all’altra e si videro uncere na fudda di cristiani e tutti si chiriano chi successe chi successe ma quando capirono chiddo ca era successo tutti scapparono e na risto’ chiu nuddo e sulo li poliziotti signori miei che quando videro di corpi sfracellati tutti chieni di pirtusi e di carni subito presero nu lenzuolo e l’ammugghiarono e subito du lenzuolo addivinto’ rosso di lu sangue, e quella notte la gente terrorizzata si iio a curcà . Ma quando fu l’alba e in palermo si cominciao ad arruspigliare pure le mura si viriano cani e gatti correre in mezzo i strate ed in faccia lu muro unne fu ammazzato lu generale affaccio’ una scritta ca ci mise un palermitano:
    ‘’ca’ finisce la speranza de li palermitani onesti..’’
    Ma signori miei io ora vi vogghio dire ca:
    “nunnè veru ca’ finìu la spiranza di lì palermitani onesti! La Sicilia non è tutta mafia! Nuavutri nun semu mafiusi! E l’am’a sconfiggiri la mafia! Am’a essiri tutt’uniti a combatterla e am’a putiri gridari un ghiornu ai quattro venti: sugnu sicilianu, sugnu sicilianu, sugnu sicilianu.
    ‘’’
    Di Mimmo Cuticchio
    Monologo finale ‘Cento giorni a Palermo’.

  8. La mafia è merda, ma è anche la manifestazione dell’indole del siciliano tipo, della poca cultura, la cultura della prevaricazione, la cultura dell’individuo che non accetta la legalità, che schernisce e disprezza lo stato, che disprezza chi rispetta le regole, la cultura di una buona parte di un popolo che non riesce a fare autocritica dopo aver visto distrutto anche un tratto di autostrada per colpire un magistrato e tante persone di scorta, poiché queste persone rappresentano per questa gente lo stato.
    La mafia è il disprezzo dello stato e della legalità, che non guarda in faccia nessuno, neppure i bambini.

  9. Pippo, non dica mai ad un siciliano di fare autocritica, la sbranerebbero a colazione. Il siciliano urla contro lo stato, ogni cosa è colpa dello stato e lui non vuole sapere niente.

  10. @pippo
    Ha ragione il signor Gino quando dice compari intellettuali. Il disprezzo per lo Stato è della legalità? Quale legalita garantisce lo Stato? Veramente pensate che Falcone sia stato ucciso dalla mafia? Ho scritto giusto prima. Meglio se non scrivete. Profondamente dispiaciuta a scriverlo ma è così.

  11. emanuela dovrebbe vergognarsi, le sue affermazioni sono pietose. Come si può combattere la mafia se i cittadini pensano che la mafia sia lo stato, vergogna. Falcone e Borsellino RAPPRESENTAVANO LO STATO e se non fossero stati uccisi dalla mafia li detestereste come fate con tutti gli altri rappresentanti dello stato, vergogna. Gentaglia coloro che scrivono queste cose. Loro odiano lo stato e tutti i loro rappresentanti, poi quando sono uccisi li fanno diventare santi, per potere accusare sempre lo stato, vergogna.

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