Al concerto del Primo Maggio di Roma, Greenpeace Italia si è resa protagonista di una protesta creativa per denunciare l’ennesimo episodio di greenwashing di ENI, tra gli sponsor principali della manifestazione. In Piazza San Giovanni, un gruppo di attivisti dell’associazione ambientalista ha gonfiato e portato tra il pubblico una ventina di palloni giganti in lattice biodegradabile con l’immagine del Cane a sei zampe, il logo di ENI, che sputa fuoco sul Pianeta e il messaggio “ENI inquina anche la musica!”. Ma Greenpeace Italia non è nuova a queste iniziative. Già a Sanremo, aveva contestato la presenza di ENI, che continua a sponsorizzare concerti ed eventi culturali per ripulirsi l’immagine e presentarsi come azienda attenta all’ambiente quando in realtà continua a puntare sul gas e sul petrolio. «La propaganda tossica delle aziende dei combustibili fossili dovrebbe essere vietata e non trovare spazio nel mondo della musica, della cultura e dell’informazione, così come da anni è vietata la pubblicità delle aziende del tabacco», dichiara Federico Spadini, campagna clima di Greenpeace Italia. «ENI è il principale emettitore italiano di gas serra e continua a investire fortemente su petrolio e gas, che alimentano la crisi climatica e le guerre, compresa quella in corso in Ucraina. Serve una legge europea che fermi l’inganno dei finti messaggi green diffusi dai responsabili della crisi climatica».
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