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Congo. Anche se manifestate pacificamente, vi pestiamo ugualmente

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Sono stati presi a calci nel sedere e colpiti con il calcio dei fucili i manifestanti del movimento cittadino Lotta per il Cambiamento (Lucha) nel corso di una manifestazione pacifica. Sulla questione è intervenuta l’Organizzazione dei Diritti Umani chiedendo il rilascio di dodici attivisti del Movimento condannati per “disobbedienza alle leggi della Repubblica” dal tribunale di Beni, a 12 mesi di prigione in regime di semilibertà. L’episodio risale al novembre 2021 in cui i manifestanti protestavano contro l’estensione dello stato d’assedio nel Nord Kivu e nell’Ituri. L’Organizzazione ritiene che la condanna di questi attivisti “sia un amaro ricordo del modo in cui le autorità militari usano lo stato d’assedio e i tribunali militari per reprimere tutte le critiche pacifiche nell’est del Paese”. I fatti. Durante la manifestazione dell’11 novembre, davanti al municipio di Beni, i membri della Lucha stavano semplicemente impugnando cartelli nei quali avanzavano le loro richieste: più garanzie per la popolazione civile, e la fine dello stato d’assedio. La risposta della polizia e dell’esercito è stata dura; dopo aver spezzato la piccola catena formata dai manifestanti hanno iniziato a colpirli duramente, causando a decine di manifestanti ferite lacero contuse in varie parti del corpo. Human Rights Watch afferma di aver recentemente documentato la regressione del governo congolese sui diritti e le libertà fondamentali con il pretesto di uno stato d’assedio nelle province del Nord Kivu e dell’Ituri. Ciò costituisce, denunciano, una violazione del Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli.

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