
Pedro Castillo, presidente del Perù, costretto ad applicare il coprifuoco per far fronte alle vibranti proteste degli autotrasportatori peruviani in sciopero dalla scorsa settimana per l’aumento dei prezzi carburanti, dei pedaggi autostradali e dei generi alimentari. Nelle regioni di Ica (sud) e Junín (est), gli scioperanti esasperati dai continui rincari, sono passati dagli slogan di protesta alle maniere violente, con scontri con la polizia, saccheggi in negozi e farmacie, secondo le immagini trasmesse dalle televisioni locali. A Ica (300 km a sud di Lima) sono stati bruciati alcuni caselli dell’autostrada Panamericana. Pedro Castillo, ha annunciato che domani riferirà al Congresso sulla situazione di immobilità in cui si trova il paese. Il premier Anibal Torres, presidente del Consiglio dei ministri ha ricordato che ci sono stati scontri al Congresso sulla questione “atti vandalici” in corso, iniziati la scorsa settimana nella città di Huancayo. Il premier ha ricordato oggi che è stato raggiunta un’ intesa con i vettori di Huancayo e Arequipa e concordato la fine dello sciopero. “Non permetteremo altri atti di vandalismo, la popolazione vuole vivere in pace non accetta atti di vandalismo” ha ribadito Torres. L’Unione delle associazioni di trasporto multimodale del Perù ha annunciato che lo sciopero si concluderà sicuramente domani almeno in due principali città del paese, Lima, capoluogo, e Callao, importante porto del Perù che conta 1 milione di abitanti.