
Oggi, 17 Marzo l’Irlanda celebra il suo patrono e tutte le contrade si parano a festa tra sfilate, vestiti a tema e fiumi di birra. E non solo in Irlanda, questa ricorrenza si è diffusa negli anni anche in molti altri paesi, Italia inclusa. Ma forse non tutti conoscono la storia di San Patrizio.
Attestata già dal XVII sec. la prima grande parata in omaggio a St. Patrick si svolse a New York nel 1762, quando circa duecentocinquantamila persone scesero in strada a festeggiare. E fino agli anni settanta era addirittura proibito bere alcolici durante questo giorno, essendo una ricorrenza prettamente religiosa. Ad oggi, tuttavia, è più l’aspetto ludico che religioso a prevalere. Ma
chi era San Patrizio?
Scozzese e di nobili origini, Maewyn Succot (questo il suo nome di battesimo) nacque nel 385 d.C. e morì il 17 Marzo del 461. Una storia dai risvolti avvincenti la sua considerato che all’età di sedici anni, secondo quanto descritto nelle sue Confessioni, fu rapito da una ciurma di pirati irlandesi e venduto ad un sovrano del Nord; questo gli permise di apprendere molto circa gli usi e i
costumi di quei popoli “pagani”. Riuscito a fuggire dopo oltre sei anni, decise di prendere i voti divenendo diacono, nel 407, e acquisendo il nome divenuto poi noto, Patrizio. Da quel momento, papa Celestino I gli affidò quello che fu sicuramente l’incarico più importante della sua vita, l’evangelizzazione di una terra di tradizione prettamente celtica. Non è del tutto chiara la modalità né i tempi con i quali Patrizio riuscì nel suo intento, ma sappiamo che come un pellegrino, armato di solo bastone, bisaccia e sandali, iniziò la sua opera percorrendo in lungo e in largo i territori della verde terra, avvalendosi di una delle erbe più comuni di questi luoghi, il trifoglio, per impartire un importante insegnamento cristiano sulla Trinità. Le tre foglie, unite ad un unico stelo, ben si prestavano infatti a spiegare il concetto di Uno e trino. Non solo: pienamente consapevole delle difficoltà dovute alle barriere culturali e storiche, Patrizio seppe attuare un sincretismo religioso davvero efficiente utilizzando simbologie di entrambe le culture. Così, ad esempio, utilizzò il sole, simbolo sacro dei Celti, introducendo la croce solare anziché quella latina, facendo quindi diventare la croce celtica il simbolo del cristianesimo celtico. Un esempio dunque di apertura e capacità di ascolto che tutt’oggi, seppur in maniera più o meno coerente, viene ricordato e celebrato in tutto il mondo. Famosa è la sua “benedizione del viaggiatore irlandese” una preghiera che è anche una bellissima poesia e un augurio per tutti i lettori:
“Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”
Danilo Maci