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Modica e l’alluvione del 1902. L’anniversario della tragedia

Tempo di lettura: 2 minuti

Oggi ricorre il 119mo anniversario della tragica alluvione che devastò Modica. Era la notte  tra il 25 e il 26 settembre 1902. Persero la vita 112 persone.
Ecco la relazione dei lavori del 1934 di Angelo Rampazzi, ingegnere capo del Genio Civile di Siracusa, che rievoca il luttuoso evento accennando alle particolari condizioni metereologiche che lo determinarono.
“Nel 1902 il torrente S. Francesco era coperto per tutto il suo corso nell’abitato fino alla confluenza con il torrente S. Maria, il quale era invece coperto dalla chiesa di S. Maria di Betlem a Piazza Municipio.
Dopo la congiunzione dei due torrenti non vi era che un tratto di copertura lungo 56 metri davanti palazzo Rizzone e un ponte nella località detta ” Lo Stretto”.
Il tratto coperto del S. Maria presentava una sezione libera di soli 12 mq, essendo stato inconsultamente e per notevole parte ridotto di sezione per la costruzione di una fognatura.
La durata dell’alluvione che colpì i modicani fu contrariamente a quanto si pensa di breve durata.
Alle 4:20 del mattino le acque del S.Maria erano ancora contenute nel suo alveo. Dieci minuti dopo la fiumana copriva già per oltre 1 metro le strade, elevandosi poi in qualche punto fino a 6 metri.
Alle ore 5:00 le acque erano già in decrescenza, lasciandosi dietro un cumulo di morti e rovine.
Oltre ai danni materiali, 112 morti furono il bilancio di quella triste giornata, non avendo molte persone che abitavano il pianterreno delle case prossime ai torrenti, data l’ora mattutina e la rapidità della piena, potuto salvarsi.
La sventura che aveva colpito la città provocò un plebiscito nazionale di commiserazione e un magnifico slancio di carità.
Il 10 ottobre del 1833 Modica era stata vittima di un’altra alluvione, che aveva fatto 7 vittime ma danni materiali maggiori di quella del 1902.
Diverse furono le caratteristiche metereologiche dei due eventi.
In quella del 1833 si ebbero piogge dirotte nei 3 giorni che precedettero la catastrofe; in quella del 1902 si ebbero violenti acquazzoni soltanto ad intervalli.
Il disastro fu però determinato da uno scroscio durato poco più di mezz’ora verso le 4:00 del mattino.
La causa del nubifragio di Modica fu causata da una forte depressione atmosferica che fin dal 25 settembre andava incavandosi intorno la Tunisia estendendosi a sud-est verso Tripoli.
Il barografo del Regio Osservatorio Astrofisico di Catania segnò un notevole abbassamento della pressione sulla Sicilia sud-orientale dal mezzogiorno del 25 settembre fino alle ore 15:00 del 26.
Il termometro registratore Richard dello stesso Osservatorio indicò il giorno 26 un abbassamento di temperatura di 3° gradi dalle 4:00 alle 6:00 del mattino.
Gli studi per la sistemazione dei torrenti di Modica furono avviati subito dopo il disastro del 1902 e il piano generale è del 1904.
I lavori furono svolti in un arco temporale di oltre 20 anni e furono ultimati solo nel 1928 con una spesa di 7 milioni di Lire (in moneta ragguagliata al valore di dopo-guerra).
La lentezza dei lavori fu dovuta, oltre che a periodi burrascosi nei quali essi in buona parte si svolsero, anche alla loro delicatezza, per la presenza dei fabbricati in fregio ai torrenti, e per le difficoltà di conservare il transito che in varie tratte non avrebbe potuto essere in alcun modo deviato.
Durante i lavori furono rinvenute sui fondi degli alvei numerose monete antiche e frammenti di statue di bronzo conservate in massima parte al Museo Archeologico di Siracusa.”
L’ingegnere Rampazzi termina il suo rapporto con un’importante considerazione:
“Nonostante le grandiosi opere eseguite nella città di Modica così come in altre città d’Italia colpite da tragici eventi come l’alluvione del 1902, è fondamentale un’accurata vigilanza nei tronchi a monte e l’osservanza rigida delle disposizione della polizia fluviale, onde evitare nuovi eventi luttuosi”.

Fabio Lorefice

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9 commenti su “Modica e l’alluvione del 1902. L’anniversario della tragedia”

  1. Il pericolo maggiore, evidenziato dal nubifragio nel gennaio 2017, si trova ora a monte dell’alveo intubato.
    La scelta scellerata di erigere sponde con cassoni nel torrente È di una pericolosità inaudita.
    E tardi o presto assisteremo a qualcosa di drammatico…..
    Ed il sindaco attuale con il responsabile protempore ne dovranno rispondere.
    Anche il Genio Civile ne È responsabile, per non aver Vigilato in modo appropriato.
    Che dire della Magistratura che non ha preso in considerazione gli esposti presentati, e di aver dato incarichi a persone ignoranti sulla materia Idraulica.

  2. L’aver traslato il corso del Pozzo dei Pruni sulla sx, per erigere “l’intubatura”a sezione rettangolare È il PRIMO ERRORE.
    Il non aver ERETTO ali laterali appropriate, con il compito di incanalare i flussi idraulici di detriti misti nel canalone. SECONDO ERRORE.
    Questo È stato voluto….
    Così facendo si È ottenuto spazio sufficiente nella parte dx dell’area di golena, per dirigervi dei palazzi..
    NELL’AREA DI GOLENA!!! ( VIETATO !)

  3. Il “Ponte Mulinelli”, l’inizio della Via Fontana ( nei pressi della farmacia), E stato travolto già dalla piena, perché strozzatura dell”alveo naturale del torrente.
    Negli anni recenti “qualcuno”, più o meno autorizzato, È sceso nell’alveo per lavori ( non idraulici ) restringendo la sezione dell’alveo a pochi metri.
    In quel punto la larghezza naturale È
    di circa 20mt, ridotta a meno di 4mt
    ( ??? ) nell’intento di successivi lavori di ampliamento nell’area di golena.
    Nei fatti esisteva un progetto per realizzare ben 7 ( sette ) edifici, anche di pubblica utilità, nell’area di golena….INAUDITO È SCELLERATO.
    I flussi misti di detriti, del nubifragio del gen 2017, hanno innalzato diga all’imboccatura dell’alveo intubato.
    Questo È accaduto per una frana di detriti fluidi, distaccandosi sotto al frantoio sito sul costoni di c.da S.Marco Mista.
    La frana sboccata nell’alveo a pochi metri all’imboccatura dello scatolone, ha fatto muro-diga.
    Così facendo ha fatto innalzare il livello del torrente, che non trovando più il muro-sponda di dx ha allagato l’area di golena di dx.
    Ricordiamo che il muro-sponda era stato spianato per permettere a quel”qualcuno” l’accesso all’area di golena di dx con i mezzi per i carotaggi del suolo.
    Tale muro non fu MAI risistemato com’era, e fu la concausa dell’esondazione del torrente.
    Nonostante gli esposti la Magistratura non ha neppure indiziato “qualcuno”, ne chi avrebbe dovuto Vigilare ( l’UTC ) per il disastro alluvionale verificatosi.

  4. “Errare è umano, ma perseverare è “..
    Immediatamente dopo l’amministrazione pro tempore si siete da fare per sistemare i luoghi..
    Ed ancora una volta “qualcuno” fu incaricato di eseguire le riparazioni nell”alveo.

    Che strano, oltre il beffardo: “qualcuno ” fa i danni, e dopo viene retribuito per riparare i danni da lui causati..

    Intanto i privati che hanno subito danni ..aspettano..cosa non si sa!!

  5. Come si fa ad avere fiducia nelle Istituzioni?
    Fai una denuncia con tanto di foto e testimoni, ed il magistrato archivia!
    Bah!

  6. cittadino, le sue indicazioni sono chiare, anche se non sappiamo a chi si riferisce. Io da cittadino farei denuncia circostanziata e pubblicherei la denuncia, la magistratura non può ignorare un fatto tanto grave e tutti i cittadini avrebbero modo di comprendere. Aspettiamo la sua denuncia, grazie

  7. @ ‘zulu:
    Sono state presentate , che mi risulta, 2 esposti con richiesta di risarcimento.
    Una di questa è ben documentata con foto e testi..
    Ma evidentemente “qualcuno” gode di conoscenze particolari a Rg.
    Personalmente ho chiamato ad intervenire il Genio Civile, ma questi hanno ben altro da fare o condividono conoscenze con l’amministrazione locale di quel periodo.
    Di una cosa son certo: i danni causati nell’esondazione del 2017 sono da imputare a “qualcuno” ed all” UTC che non ha vigilato.
    “qualcuno” perché sceso nell’alveo per lavori alternati, e l’UTC per non aver fatto risistemare l’alveo.
    Il sindaco quale massima Autorità d Protezione Civile, doveva intervenire ( prima del gen 2017 e chiedere il ripristino dello stato dei luoghi).
    A tutt’oggi nessuno dei danneggiati ha ricevuto un centesimo dei danni subiti.
    E pure l’amministrazione si era prodigata in promesse….

  8. Tempo fa ebbi una soffiata da un conoscente emigrato in altro”stato”:
    “Gli uomini di un imprenditore edile locale, per circa un anno e mezzo, fecero la spola nel catanese per erigere li una lussuosa villetta”…
    Non sono riuscito a scucire null’altro, ne l’imprenditore, ne il comune od il proprietario ( magistrato ).

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