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Ripartono le visite didattiche alla Cooperativa Proxima Ragusa

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Le visite didattiche sono uno degli aspetti più interessanti che, nell’ultimo anno, hanno caratterizzato l’attività degli orti sociali della cooperativa Proxima Ragusa. Realizzati in via Grazia Deledda, su un terreno messo a disposizione dal Comune di Ragusa in comodato d’uso, gli orti sociali fanno parte dei progetti contro la tratta e lo sfruttamento su cui da anni si concentra l’azione della cooperativa. “Gli appuntamenti didattici che abbiamo promosso – spiega il responsabile degli orti sociali, Marcello Firrincieli – puntano, soprattutto, a sensibilizzare anche i più piccoli sull’importanza del rispetto dell’ambiente utilizzando tecniche di coltivazione naturali e sostenibili”. Il primo di questi incontri, per la nuova stagione scolastica, ha preso il via mercoledì scorso con la presenza di una classe dell’istituto comprensivo Enrico Berlinguer di Ragusa. I ragazzi sono stati guidati alla scoperta delle colture presenti in campo aperto e dell’innovativa coltivazione in acquaponica: un sistema in cui si intrecciano acquacoltura (allevamento di pesci) e idroponica (coltivazione fuori dal suolo) garantendo, oltre che un risparmio notevole delle risorse utilizzate, anche una produzione di verdure e ortaggi genuini. “Sono sempre esperienze molto formative – dice la responsabile della comunicazione di Proxima Ragusa, Letizia Blandino – che consentono ai ragazzi di apprendere cosa facciamo e a noi di capire qual è la percezione dei piccoli rispetto a tematiche di ampio respiro quale può essere quella a sfondo ambientale. Attraverso gli orti sociali, cerchiamo di lanciare messaggi di sostenibilità di cui, in un periodo storico molto complicato come quello attuale, si avverte sempre di più il bisogno. Senza dimenticare che, oltre al rispetto dell’ambiente, c’è anche l’aspetto legato al rispetto dei lavoratori coinvolti nei processi di produzione. E’ questa la mission principale degli orti sociali: dare a vittime di grave sfruttamento un’alternativa concreta che rispetti appieno i diritti dei lavoratori”.

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