
Il Vaticano tra due fuochi: innovare o conservare? A questo si è arrivati, dal momento che una risposta chiara da parte di chi dovrebbe darla non è ancora giunta. Se la domanda fosse rivolta ai vescovi tedeschi non ci sarebbero dubbi. Assolutamente innovare. E’ quello che sostiene il cardinale Reinhard Marx, già presidente della Conferenza Episcopale della Germania e tra i più convinti sostenitori di Francesco. Almeno fino all’altro ieri. L’alto prelato ha infatti presentato al Papa le dimissioni dalla guida della diocesi di Monaco e Frisinga a causa della “catastrofe” degli abusi sessuali compiuti da uomini della Chiesa tedesca nei decenni scorsi. Marx ritiene se stesso corresponsabile di quei crimini per aver taciuto, non volendo macchiare la reputazione della Chiesa. Serve una riforma, ha detto, un “punto di svolta”, una “via sinodale permanente” che risolva la crisi sistemica in cui è sprofondata la Chiesa mondiale. E qui salta fuori la questione dell’abolizione del celibato sacerdotale che spiega il gran fermento che agita da tempo i vescovi tedeschi. Francesco si era già espresso con un “nein”, preoccupato che la fine del celibato sacerdotale fosse il primo passo verso il matrimonio tra preti omosessuali. In effetti, concedere ai preti di sposarsi non limiterebbe gli abusi, dal momento che l’80 per cento di essi riguarda preti omosessuali che non avrebbero alcun interesse a unirsi in matrimonio con una persona dell’altro sesso. E’ vero che non tutti i preti omosessuali sono pedofili, ma è altrettanto vero che la maggior parte dei preti pedofili è omosessuale. Ora il Papa è in un bel guaio che lui stesso ha causato con le sue molte aperture, tra le quali aver concesso autorità dottrinale alle conferenze episcopali nazionali. I vescovi tedeschi hanno detto chiaro e tondo che non intendono tornare indietro e così Francesco è di fronte a un bivio: fermare o avallare il sinodo. Acque agitate anche negli Stati Uniti, all’interno della Conferenza episcopale. La vittoria del cattolico Joe Biden doveva essere garanzia del legame inscindibile tra la Casa Bianca e Santa Marta, tra Washington e Roma. I media hanno strombazzato sulle abitudini religiose del presidente, messe mattutine, riferimenti a Sant’Agostino, dimenticando che poco prima avevano criticato l’ostentazione della fede. E vabbè, ma Biden è un dem, mica un becero sovranista che mostra la Bibbia al contrario. Eppure, il mondo cattolico americano ha preferito , seppure con un margine ridotto, quel becero sovranista di Trump al cattolico Biden. Non solo, ma il presidente dei vescovi, mons. Horacio Gomez, fregandosene della cortesia istituzionale, ha accusato Biden di perseguire politiche che promuovono i mali morali e minacciano la vita e la dignità umana: aborto in primo luogo, contraccezione, matrimonio tra sacerdoti e tematiche gender. Si ritorna alla difesa dei valori non negoziabili? Pare di sì. E non basta, perché nella Chiesa americana si è aperta un’ulteriore lacerazione, difficilmente ricomponibile, tra l’ala conservatrice guidata da mons. Gomez, che è anche arcivescovo di Los Angeles, la più grande diocesi americana, e l’ala liberal che rappresenta il nuovo corso, capeggiata dall’arcivescovo di Chicago Blase Cupich. La spaccatura, che non solo coinvolge i vescovi ma turba profondamente i cattolici americani, riguarda l’eucaristia che Gomez intende negare agli esponenti politici favorevoli ad aborto, eutanasia, promozione del gender. Le ripercussioni, gravi, non lasciano indenne il Vaticano, per via di una frase pronunciata da Bergoglio: “L’eucaristia non è il premio dei santi, no, è il pane dei peccatori”, che contrasta con il catechismo che è esplicito: “Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia”. Biden è cattolico devoto, ma pro choice, a favore dell’aborto. Come può considerarsi cattolico e con quale coerenza accostarsi al sacramento dell’eucaristia uno che nega ai bambini non nati il diritto umano e civile per eccellenza, il diritto alla vita? Una bella grana per Francesco nel momento in cui le mura della Chiesa scricchiolano non poco. Intanto dal Vaticano arriva un segnale: modificare il ddl Zan. Potrebbe essere il preludio a un’inversione di marcia. A che prezzo? Il ravvedimento di Francesco o le dimissioni? Una cosa è certa: non si può lanciare il sasso e nascondere la mano.
4 commenti su “Tra novatori e conservatori…l’opinione di Rita Faletti”
Dott.ssa Faletti,
Lei ha fatto un articolo (e le faccio i complimenti) abbastanza pesante, impegnativo e alquanto controverso delle problematiche della chiesa!
Mi viene molto difficile commentarlo, non perché non so cosa dire, anzi, ma conoscendomi ed essendo poco diplomatico nel dire le cose, risulterei troppo “becero” e toccherei la sensibilità di molti.
Però qualcosa cercherò di dirla in modo garbato:
Se la chiesa seguisse il Vangelo o la Bibbia per come ce l’hanno inculcato per duemila anni, questo stillicidio tra preti e fedeli non avrebbe motivo di esistere. Oggi questo fardello da portare è il frutto di secoli di menzogne, ipocrisia, malafede, malaffare, poteri occulti, massonerie, denaro, molto denaro. Se avessero predicato quello che Gesù gli ha lasciato detto, sarebbero in una campana di cristallo! Non di vetro!
Personalmente penso che se andassero a rileggersi il vangelo, la strada giusta la troverebbero, ma siccome devono proteggere l’enorme patrimonio accumulato, non penso che Francesco si professerà per come fatto intendere all’inizio del suo pontificato. Il denaro è denaro, Gesù è Gesù!
Loro hanno scelto di fare ballare le uova con le pietre, e prima o poi la frittata si farà.
Molti cardinali e vescovi sono in tumulto, da più parti del mondo i preti non nascondono il loro dissenso, e penso che una sorta di scisma è all’orizzonte.
Resto sempre del parere che le religioni ( se proprio si vogliono) devono pensare solo al loro Dio, coltivarsi i loro fedeli e pensare solo ai misteri del Creato. Non devono inciuciarsi con la politica, i politici, gli affari, le banche, le borse ecc.. Come anche la politica non deve andare a cercare voti e aiuti ai preti, perché quest’ultimi hanno solo il loro Dio da accudire. Una volta un politico di elevato spessore mi disse che dove non può arrivare la politica (che non sempre è cosi potente), noi stessi ci rivolgiamo alla chiesa.
Ma questo non accade perché i preti sono sempre uomini, molti li rispettano per l’abito che portano, e si dimenticano che non è l’abito che fa il monaco.
Come detto prima, non voglio rischiare di essere cattivo nelle mie parole, spero di esserci riuscito.
A volte ci sono cose che non si possono dire e cose che non si possono sentire! Questo perché pesa molto anche dirle, immagina sentirle!
“Io sono circondato da preti che ripetono incessantemente che il loro regno non è in questo mondo, eppure allungano le mani su tutto quello che possono prendere.”
Napoleone Bonaparte
I vescovi Americani sfidano Papa Francesco.
L’assemblea ondine della conferenza episcopale Usa, a maggioranza conservatrice, ha votato a favore della creazione di linee guida sulla comunione: una decisione controversa che potrebbe portare a limitazioni nei confronti di politici e cattolici che, come il presidente Joe Biden o la speaker della camera Nancy Pelosi, sono pro aborto.
Questa scelta rende più profonda la spaccatura tra la chiesa americana e Bergoglio, che si è sempre detto contrario alla trasformazione della Comunione in uno strumento politico.
La misura come riporta il corriere della sera è passata con 168 voti a favorevoli, 55 contrari e 6 astensioni dopo oltre tre ore e mezza di dibattito.
Intanto il vescovo Kevin Rhoades, presidente del “comitato dottrinale” che preparerà il testo con le linee guida sulla Comunione, ha detto che il documento “didattico” sarà aperto a emendamenti, non farà nomi e non imporrà alcun obbligo ai vescovi. La decisione dei vescovi Usa, inoltre, riporta a galla lo spettro dello scisma che da anni aleggia nella chiesa.
A questa ipotesi, però il pontefice aveva risposto in maniera serena nel 2019; “ Io prego che non ci sia uno scisma, ma non ho paura: nella chiesa ci sono stati tanti scisma”.
La questione della comunione dei politici che sostengono l’aborto divide da tempo l’episcopato americano, ma è diventata sempre più scottante da quando è stato eletto presidente Biden, un cattolico praticante che va a messa e si comunica tutte le domeniche.
Nel frattempo la frattura tra la Chiesa Cattolica americana e la chiesa massonica di Bergoglio si allarga. I vescovi americani non daranno la comunione a Biden e agli altri “cattolici” che appoggiano l’aborto. La chiesa Cattolica americana ha deciso di schierarsi con Trump e Viganò nella lotta contro il falso papa.
L’Eucaristia ha un alto valore simbolico: l’unità della Chiesa. Il documento dei vescovi americani è ineccepibile: chi svolge cariche pubbliche e si dichiara cattolico non può accedere alla comunione se è pro aborto. La maggioranza, 168 vescovi su 229, ha approvato il documento che in novembre dovrà essere approvato. Al contrario di quello che sta avvenendo in Germania, negli USA i vescovi conducono una battaglia per difendere il magistero della Chiesa e orientare i credenti. E’ la conseguenza della rottura con i grandi pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e segna l’assuefazione alle ideologie apparentemente umanitaristiche che stanno trasformando la Chiesa in una sorta di organizzazione sociale dove norme morali surrogano gli insegnamenti del Vangelo e diventano la sostanza irrilevante, dal punto di vista della vera fede, ma obbligatoria di una dittatura universale, che allontana il consenso di base della società. Benedetto XVI ha detto che la società moderna intende formulare un credo anticristiano e chi lo contesta viene punito con la scomunica sociale. La considerazione è che se serve una nuova chiesa del tipo di quella che sta ottenendo il consenso delle celebrities mondiali, tanto vale affidarne la dirigenza ai partiti delle sinistre e ai sindacati.
Dall’ultima visita di Papa Francesco in Svizzera (2019) incominciano a spuntare fuori cose alquanto discutibili.
Per la Messa del Papa celebrata presso il Palexpo vicino l’aeroporto di Ginevra erano presenti 41.000 persone, Tutti con biglietto d’ingresso “venduti” per assistere alla Santa Messa. In Budget della messa, 2 Milioni di franchi di cui metà destinati alla sicurezza e l’altra metà non è dato sapere. Fin qui anche se i media italiani non ne hanno parlato, comunque questa cosa la si sapeva.
Quello che invece da qualche giorno è venuto fuori, è l’incontro segreto del Papa con i signori David Rockefeller & John Rothschild correlata con tanto di foto (inquietante) con il Papa inchinato su quest’ultimo a baciargli la mano.
Di solito succede al contrario!