Rimane alto il numero dei nuovi positivi al Covid in Sicilia. Ma la zona rossa si allontana sebbene ieri il bollettino abbia registrato altri 1.450 i nuovi casi su 30.427 tamponi processati, con una incidenza del 4,8%. La Regione è quarta per numero di contagi giornalieri e al momento ci sono ben 116 comuni in zona rossa su ordinanza del presidente della Regione. Ma lo spiraglio per evitare che tutta l’Isola da lunedì diventi rossa si è improvvisamente aperto. L’indice Rt ha subito una flessione rispetto all’1,22 del 29 marzo scorso: oggi è di poco superiore a 1 (1,03), mentre a livello nazionale si attesta a 0,85, ancora in flessione rispetto allo 0,92 della precedente rilevazione.
Secondo la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, cinque Regioni (contro otto della settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di uno e fra queste c’è la Sicilia. Le altre sono Basilicata, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Tra queste, una Regione (Sardegna), rileva il monitoraggio, ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Due Regioni (Sicilia e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno. I dati sono relativi alla settimana 5/4/2021-11/4/2021 aggiornati al 14/4/2021. In Sicilia i dati si sono aggravati nell’ultima settimana, come ha evidenziato anche la fondazione Gimbe che con il suo periodico report, ha segnalato che nell’Isola al 7-13 aprile è notevolmente peggiorato l’indicatore relativo ai “casi attualmente positivi per 100 mila abitanti”: sono 506 i casi per 100 mila abitanti un + 9,3% rispetto alla settimana precedente. La percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, dice Gimbe, è pari al 6,5% (media Italia 6,8%). Il Cts, pur non essendosi riunito, ha già dato il parere che la zona rossa sia l’unica soluzione in questo momento. Una strada che però non sembra sarà percorsa. E ci spera anche il presidente della Regione Nello Musumeci. “Speriamo di non andare in zona rossa – ha commentato questa mattina -, ma non dipende da me, bensì dai cittadini, sono loro a decidere se andiamo in zona rossa o in zona arancione. Tutto dipende dal comportamento di ognuno di noi”.
Il governatore è fiducioso sulla possibilità di evitare la zona rossa in tutto il territorio siciliano: “Io mi limito soltanto a guardare i numeri che mi passa il dipartimento della prevenzione e in funzione dei numeri decido cosa fare. Oggi non siamo ai limiti per andare in zona rossa. Nelle ultime 24 ore c’è stata una leggera flessione del dato del contagio. Stiamo intervenendo con le zone rosse comunali e una provinciale, a Palermo. Posso dire che già ai primi di maggio il peggio dovrebbe essere alle nostre spalle. Stiamo lavorando con il governo, ci stiamo confrontando anche aspramente per ottenere delle graduali riaperture pure dei ristoranti. Gli operatori sono quelli che più pagano il prezzo della pandemia. Sono ottimista: se arrivano i vaccini e ci immunizziamo entro l’estate possiamo dire che la pandemia tra qualche anno sarà un triste ricordo da raccontare ai nostri nipoti”. (GDS)
- 4 Ottobre 2024 -