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FederModa Ragusa e le attività costrette a chiudere nelle zone rosse

"Un ulteriore colpo alle nostre attività"
Tempo di lettura: 2 minuti

“Ulteriore duro colpo ai negozi del settore moda costretti alla chiusura nelle zone rosse. Nonostante sia prioritario salvaguardare la salute dei cittadini, è necessario guardare con sempre maggiore attenzione al diritto al lavoro per le nostre attività”. A dirlo è il presidente provinciale di Federmoda Ragusa, Daniele Russino. “È fondamentale – aggiunge – trovare una nuova strada di collaborazione reciproca tra le istituzioni, le associazioni di categoria e i cittadini, dando risposte certe e immediate alle imprese al collasso nel settore moda e calzature, imprese che chiedono di riaprire subito. Si è già perso il fatturato del periodo pasquale fondamentale per l’inizio della nuova stagione primaverile e non è più accettabile aggravare di ulteriore peso di merce invenduta un settore con i magazzini pieni di rimanenze di ben due stagionalità (primavera-estate 2020 e autunno-inverno 2020/21) per i lockdown precedenti e senza alcuno sostegno e sgravio per non parlare della gravissima mancanza di attenzione alle nostre istanze da parte del governo centrale”. L’urgenza, insomma, è quella di riaprire e di farlo subito, magari anche su appuntamento, perché va salvaguardato il diritto al lavoro oltre a quello alla salute. “Non vogliamo un’estate a colori – prosegue ancora Russino – Il futuro non si chiude. Se le aziende sono chiuse e non lavorano, come potranno affrontare le scadenze?”. Con questo ultimo lockdown, il settore, anche in provincia di Ragusa, ha perso ulteriori milioni di euro in consumi di moda, che rischiano di fare chiudere definitivamente molte attività oltre a mettere in crisi l’intera filiera della moda con tanti imprenditori, addetti e famiglie. “Le nostre imprese – conclude il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – soffrono e vanno accompagnate con sostegni veri, congrui e rapidi. Altro che pensare a cashback e lotteria degli scontrini che, tra l’altro, sono partiti in un momento decisamente non propizio e con i nostri negozi chiusi, sprecando anche risorse che sarebbero invece da destinare a sostegno delle imprese. Qui siamo di fronte alla lotteria della speranza, appesa ad un filo, di essere quanto prima aperti”.

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