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Archiviata indagine su ex Procuratore della Repubblica di Ragusa

Tempo di lettura: 3 minuti

Non ci sarà nessun processo, né un ulteriore approfondimento delle indagini, per Annamaria Palma e Carmelo Petralia, i due pm che sono stati indagati a Messina per concorso in calunnia aggravato per “il più grande depistaggio della storia d’Italia”. Quello che è avvenuto dopo l’omicidio di Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. E che portò alla costruzione di una falsa verità – sulla base delle dichiarazioni fantasiose di Vincenzo Scarantino e altri due soggetti – svelata solo nel 2008. Quando, cioè, il mafioso Gaspare Spatuzza ha deciso di iniziare a collaborare con la giustizia ed ha ammesso di essere stato lui a rubare l’auto che fu imbottita di esplosivo e che provocò la morte di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, il 19 luglio 1992. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia fecero così cadere un castello di bugie.

Palma e Petralia indagavano sulla strage di via d’Amelio e avevano rapporti con i collaboratori di giustizia. O meglio quelli che si ritenevano essere tali. A distanza di quasi trent’anni dai fatti, la procura di Messina ha provato ad approfondire il loro operato. Per capire se avessero compiuto errori o commesso reati, in concorso con i tre poliziotti – Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei – a processo per il depistaggio. L’ipotesi iniziale era che avessero agito per costruire la falsa verità su via D’Amelio imbeccando i tre falsi pentiti e suggerendo loro di accusare dell’attentato persone estranee, innocenti. Le dichiarazioni inventate, ritenute credibili in giudizio, erano costate l’ergastolo a sette persone che invece non avevano avuto nessun ruolo nella strage.

I magistrati della città dello Stretto, però, non sono riusciti a raccogliere gli elementi per sostenere in giudizio l’accusa nei confronti di Palma e Petralia. Hanno chiesto quindi l’archiviazione a giugno 2020, sottolineando però, con forza, le “anomalie” dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. All’istanza di archiviazione si sono opposti i legali delle sette persone condannate ingiustamente..

Il gip di Messina a ottobre si era riservato la decisione sul destino dell’inchiesta. Che è arrivata oggi.

Per appurare come nacque e come si sviluppò il depistaggio, accertato dalle sentenze del Borsellino quater, resta quindi il processo ai tre agenti. Ma la domanda che in molti si sono posti è: se fossero stati loro i responsabili, avrebbero agirono da soli? Più tempo passa e più aumenta il rischio che tale interrogativo resti senza risposta.

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3 commenti su “Archiviata indagine su ex Procuratore della Repubblica di Ragusa”

  1. Qua mi piacerebbe sentire Terrorista con i suoi muratori.
    In effetti l’dore del cemento si sente, con tutti i manovali che resteranno per sempre nell’ombra e impuniti!
    Se la giustizia con i tempi biblici, non riesce a dare un volto agli assassini di un suo stesso figlio e la scorta anchessi figli suoi, quale giustizia si potrebbe aspettare un cittadino comune?

  2. Questo è anche uno dei tanti motivi perché si finisce di credere a tutto. Dalla politica che ormai è assodato e dato per scontato, quindi neanche a parlarne. Alla magistratura che dovrebbe essere al di sopra delle parti e al di sopra di ogni collusione o giri di potere, alle forze dell’ordine che benché fanno il loro lavoro ma devono eseguire gli ordini che vengono proprio da quelle persone che non dovrebbero occupare certi posti, ma danno ordini deviandoli e anche se a malincuore, gli ordini sono ordini e vanno eseguiti. Vanno eseguiti pur coscienti che il sistema è malato, ma poi c’è la carriera e la paura di rimanere soli!
    Quindi quando si percepisce che il sistema è malato e nessuno ha interesse a curarlo perché deve restare un malato cronico, è ovvio che tutti a seguire nella scala sociale fanno quel poco che devono e tutto va avanti per inerzia girandosi dall’altra parte e fare finta di non vedere. I cittadini sono quelli che devono soccombere e pagare per loro, quindi tasse inique e ingiuste, doveri per questo e doveri per quello, ma i diritti dovuti perché guadagnati, sono poco rispettati, hanno poca importanza.
    Quando ormai devi pagare la tassa per l’acqua che è un bene di prima necessità, anzi indispensabile per la sopravvivenza, perché non mettere quella per l’aria visto che si spende tanto per lo smog e non si conclude mai niente? Ma siccome anche dietro la semplice acqua ci sono gli interessi e la corruzione, allora dobbiamo pagare anche per questo, e pagare e pagare e pagare. Non si finisce mai di pagare!
    E nonostante tutto, i soldi non bastano mai perché quello che paghiamo non soddisfa mai l’avidità di tutta la scala gerarchica che mantiene questo sistema malato e corrotto.
    Se chi deve fare rispettare la “giustizia” non le leggi, sono i primi malati, a chi e a che cosa dovrei credere?

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