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Nuovo Dpcm dal 16 gennaio al 5 marzo: ecco tutte le regole

Spostamenti, asporto, visite a parenti e amici: Ecco cosa cambia da giorno 16
Tempo di lettura: 3 minuti

Nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio fino al 5 marzo.  Da domenica quasi tutta Italia sarà in zona arancione mentre da domenica Lombardia e Sicilia potrebbero essere le prime zone rosse del 2021. Pronta a entrare in vigore la nuova stretta per evitare che anche l’Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il governo all’unica soluzione possibile in quel caso: un nuovo lockdown nazionale.
Le ultime modifiche al Dpcm valido dal 16 gennaio sono state illustrate dall’esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le province, precedute da una premessa del ministro della Salute Roberto Speranza: “La situazione non può essere sottovalutata, lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova, forte ondata” del virus.
Le misure sono in larga parte quelle annunciate e di fatto sono una seconda edizione delle restrizioni natalizie. Nessun passo indietro, dunque. Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 e parte l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio ‘alto’ o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. Anche perché gli esperti già conoscono i dati che la cabina di regia analizzerà nelle prossime ore: tutti gli indicatori sono peggiorati nella settimana che si sta per concludere. E in base all’ultimo monitoraggio, con le modifiche introdotte dal decreto, solo 6 regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Tutte le altre rischiano l’arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa. Se però a mandare in rosso la Lombardia sono i numeri, a far scattare le restrizioni più dure in Sicilia è la richiesta del presidente Nello Musumeci, che sarà accolta da Speranza.

LA SCUOLA
A partire da lunedì le scuole superiori di secondo grado “adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica… in modo che…almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”. Per le scuole dell’infanzia, per le elementari e le medie, prosegue il testo, la didattica continua a svolgersi “integralmente in presenza”. Al momento restano le ordinanze regionali, come quella che in Sicilia tiene chiuse le scuole superiori fino alla fine del mese.

LE MODIFICHE
Qualche modifica rispetto alle bozze il governo però l’ha fatta. Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo. Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.

L’ASPORTO
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: “Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori” ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori. Durante la riunione era stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a rispondere sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per “limitare al massimo i divieti” alle sole bevande e alcolici. Nella bozza entrata in Cdm, però, di modifiche non c’è traccia. Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, “massima priorità” per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c’è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti.

PALESTRE E PISCINE
Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “E’ un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro. Non l’unico. Con il decreto viene infatti introdotta la ‘zona bianca’, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.

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1 commento su “Nuovo Dpcm dal 16 gennaio al 5 marzo: ecco tutte le regole”

  1. L’ordinanza del TAR in Lombardia prevede il ritorno in classe degli alunni delle superiori perché una disorganizzazione nei trasporti del regione non può pregiudicare un diritto come quello allo studio e tutti quelli che esso comprende
    Nel comune di Modica addirittura tutti questi problemi dei trasporti non ci sono perché il Comune è piccolo e la maggior parte degli alunni giunge a scuola grazie ai familiari stessi .
    Una difficoltà oggettiva del sistema dei trasporti è competenza territoriale e deve poter essere gestita, addirittura se ci riesce la Lombardia può riuscirci pure il nostro territorio.
    Siamo reduci delle vacanze natalizie, la scuola è stata chiusa ma i contagi restano quindi è palese il fatto che non sono le Scuole il problema così come le palestre chiuse da novembre .
    Non sono i ristoranti ne i bar ne le palestre , attività in ginocchio che hanno bisogno di lavorare e permettiamo ai nostri cittadini di poter vivere.
    Una città chiusa dentro quanto volete possa resistere ancora ?
    Distanziamento, dispositivi e prudenza restano gli unici strumenti, assieme al vaccino.
    Emerge sempre lo stesso problema ossia la “convivenza” con il virus che c’è, esiste e resterà per mesi.

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